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Cerco Paola Marella disperatamente

Da Silvietta @Silvietta
Paola Marella

Ieri, dopo qualche mese, ho rivisto su Real Time Paola Marella, croce e delizia delle giovani proprietarie immobiliari moderne. Se siete in cerca di una casa da comprare, da arredare o ne avete una da vendere, non riuscirete certo a levarvi dalla testa la sua vocina, accompagnata dal tintinnare di spericolati orecchini, che commenta la disposizione degli spazi, la qualità del parquet, la combinazione degli arredi. Saremo mai all’altezza di Paola Marella?

Per grande sfortuna del mio ragazzo e del nostro portafoglio, Real Time passò in chiaro sul digitale proprio nel periodo in cui, giovane coppia sregolata, eravamo alla ricerca di un tetto per cui indebitarci per il resto della nostra vita attiva.
Leggi: pendevo dalle labbra di Paola Marella e dei suoi interior designer (Andrea, che fine hai fatto?! Sei finito nella pancia del grigio balena?!), che mi dicevano che avrei dovuto trovare un immobile di pregio, con parquet inchiodato, alti soffitti, stucchi liberty, con ampia terrazza, cucina abitabile, camera soppalcabile, e, naturalmente con cabina armadio.

Giravamo con gli agenti immobiliari a visitare appartamenti degli anni ’70, e io notavo umidità negli angoli delle pareti, bagni ciechi con affaccio su cucine non abitabili, piastrelle sbeccate. Nella mia testa sentivo con chiarezza la musica thrilling e vedevo apparire cerchi rossi ad evidenziare tutte le magagne. Ah, quei terribili piccoli difetti che penalizzano l’immobile sul mercato immobiliare! TA DAN TA’! TA DAN TA’!

Cerco Paola Marella disperatamente

Verso il decimo appartamento visionato, ho iniziato ad avere cedimenti psicologici.
Dov’era Paola Marella? Perché ai suoi clienti bastava vedere tre appartamenti per trovare quello giusto?

Poi, giusto giusto due anni fa (di già!), forzo la mano con il mio futuro co-proprietario e con il mio conto in banca, e mi decido. La nostra attuale casetta era un appartamento ancora spoglio e incompleto, senza pavimenti e porte, e avevamo quindi carta abbastanza bianca nella scelta delle rifiniture e per fare piccole modifiche alla disposizione degli ambienti (sì, il bagno in salotto e l’angolo studio nel corridoio hanno fatto partire il cerchio rosso e la musichetta di cui sopra… TA DAN TA’! TA DAN TA’!).

Mi sentivo invincibile. Mi sentivo un’interior designer. Cosa avrebbe fatto la squadra di Paola Marella in casa mia?!
Quali colori usare per le pareti? Il colore è tutto! Grigio balena? Tortora? Mauve? Pittura materica? E mi conveniva fare la scatola? E il parquet in bagno avrebbe resistito?
E il light design?!!!
Non potevo certo tralasciare di valorizzare gli ambienti con la luce giusta. Che proprietaria immobiliare degenere sarei stata!
E se poi dovessi vendere, in futuro?! Non posso mica correre il rischio di venire additata come una che aveva una casa con “tanti lavoretti che avrei dovuto fare da tempo”.
Ci mancherebbe ancora che qualcuno venisse in futuro a rendere meravigliosa la mia casa mentre io sono lì a far scatoloni per andarmene a vivere in un’altra bettola dove dover ricominciare tutto da capo!

Alla fine, il parquet in bagno non l’ho messo. Neanche la ceramica effetto legno, perché purtroppo non l’avrebbe pagata la produzione di Real Time. Però ho fatto le pareti della sala di un bell’azzurro. E quelle dello studio verde prato. E sì, amici miei, in camera da letto ho fatto la scatola tortora, anche se non ho osato abbastanza nella parete dietro al letto a contrasto.

Mi sembra a questo punto superfluo dire che, quando ci siamo trasferiti definitivamente e abbiamo iniziato ad invitare per un giro turistico immobiliare parenti e amici, mi avreste sentito canticchiare con insistenza il famoso motivetto, mentre nella mia testa sovrapponevo l’immagine delle stanze spoglie e disadorne che avevamo acquistato con quelle colorate e già disordinate che avevamo creato con le nostre manine.

RA TA TA TA’-TA-TA TA TARA TATA’!

Cerco Paola Marella disperatamente

RA TA TA TA’-TA-TA TA TARA TATA’!

Sul light design, lo ammetto, mi sono un po’ arenata, come la balena grigia. Tuttavia ci stiamo convincendo che le nostre lampadine penzolanti siano l’ultima espressione di un moderno stile industrial chic.


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