Rilasciate due nuove immagini con una risoluzione quasi doppia rispetto alle precedenti.
Dopo una attesa che si è protratta più del solito, la NASA ha finalmente rilasciato le immagini relative alla seconda "Rotation Characterization", la campagna osservativa effettuata dalla sonda Dawn quasi una settimana fa. Anche in questo caso, sono state pubblicate due sole immagini che ritraggono due diversi emisferi del pianeta nano, sfruttando la sua rotazione che avviene in circa 9 ore. Le zone fotografate sono praticamente le stesse ma, rispetto alla precedente caratterizzazione, però, questa volta la distanza di ripresa è passata da 83000 a 46000 km e di conseguenza la risoluzione è quasi raddoppiata, passando da 7.8 a 4.3 km/pixel.
Il miglioramento è a dir poco macroscopico: adesso è possibile distinguere chiaramente la forma e il bordo dei diversi crateri che riflettono una grande varietà; si passa da crateri più "anziani" dal bordo irregolare e appena accennato ad altri più "freschi", con i bordi alti e ripidi e, in alcuni casi, un picco centrale. Il dettaglio probabilmente più interessante (e più atteso) riguarda le famose "macchie chiare", intraviste già dal telescopio Hubble anni fa e che ora sono chiaramente localizzate all'interno di alcuni crateri, almeno in due casi. Questo potrebbe far pensare a materiale volatile ghiacciato (acqua?) eventualmente portato dall'impatto di comete contro Cerere e che potrebbe anche essere responsabile della tenue atmosfera rivelata attorno al pianeta nano; tuttavia, queste sono solo ipotesi personali che aspettano conferme ufficiali; una possibile alternativa meno "esotica" è che il materiale più chiaro appartenga alla sottosuolo di Cerere, portato alla luce da recenti impatti; magari, quello è proprio il colore "originale" della superficie, che viene poi resa più scura nel corso di miliardi di anni di esposizione alle radiazioni. Probabilmente, ne sapremo di più la prossima settimana, in occasione di un briefing che si terrà al JPL il 2 Marzo alle 18 (ora italiana).
Nell'immagine sottostante sono partito dalle immagini originali TIFF e ho evidenziato due dettagli interessanti. Il primo è, appunto, uno dei due crateri con materiale chiaro al suo interno e, se guardiamo attentamente, anche al di fuori del cratere sulla sinistra si nota materiale chiaro diffuso, forse scaraventato da un impatto radente (in effetti il cratere è tutt'altro che circolare). Il secondo dettaglio riguiarda il cratere più grande visibile in queste immagini, quasi 300 km di diametro, che è sicuramente più antico degli altri (lo dimosra il bordo fortemente eroso e il gran numero di crateri più giovani al suo interno, uno dei quali è curiosamente posizionato quasi perfettamente al centro! Un accenno della scarpata di questo cratere era stato già messo in evidenza dalle immagini precedenti.
Versione elaborata delle due immagini con, in evidenza, una delle macchie chiare all'interno di un recente cratere (a) e un grosso , antico cratere (b). Credits: NASA/JPL-Caltech/UCLA/MPS/DLR/IDA - Processing : M. Di Lorenzo
Nel 1915 Einstein completò le leggi della relatività generale, segnando una svolta nella concezione dello spazio e del tempo. Si apriva così la nuova frontiera degli studi sul misterioso fenomeno astronomico dei buchi neri. In questo volume, Kip Thorne racconta le scoperte e le false piste della ricerca sull'argomento, esamina le conseguenze della teoria dello spazio curvo e le possibilità offerte dalla fisica dei quanti.. Leggi tutto: " Buchi neri e salti temporali. L'eredità di Einstein"