Sono andata a farmi la ceretta – ewwwwwww voi direte, Koala non ci frega dei tuoi pelacci – lasciatemi finire dai!
L’estetista mi fa accomodare in una sala, – la gialla, mi dice che si chiama – io entro e inizio a spogliarmi, con quel fare veramente sexy-tremolante di chi non gli va di mostrare la pelle e rimanere in mutande e top, e si chiede quando si inventeranno un modo di fare la ceretta da vestiti.
Mondo alieno aiutataci tu!
La mia estetista come giá spiegato é una che ha dichiarato guerra ai peli, che ti strappa lo strappabile mentre tu ti divincoli sul lettino per cercare di fermarla.
No li nooooo … ok ormai é andata!
Ti allarga le cosce con quel fare misto a Rocco Siffredi e una ginecologa, e strappa senza pietá.
Poi chissá perché quando arriva a quel punto … comincia sempre a intavolare discorsi sugli uomini, sul fatto che é single e che l’ultimo di cui era pazzamente innamorata, l’ha accannata come si dice qua AKA lasciata.
Si sta meglio da soli STRAP, i single campano di piú STRAAAP, era pure piú grande di me STRAP, le donne sposate sono infelici STRAAAAP …
Io ovviamente annuisco a tutto, perché sai, lei ha la spatola con la cera bollente in mano, e la striscia cattiva che estirpa tutto l’estirpabile.
Richiuse le cosce, si rasserena e intavola un altro discorso, poi mi spalma tutta di olio e se ne va.
Io mi tiro su lentamente cercando di capire cosa é successo, poi il mio occhio cade su un quadro con la cornice gialla – ahhh ecco perché la chiamano stanza gialla! – e mi metto a leggere cosa c’é scritto nel poster all’interno del quadro.
Se riesci a conservare il controllo quando tutti
Intorno a te lo perdono e te ne fanno una colpa;
Se riesci ad aver fiducia in te quando tutti
Ne dubitano, ma anche a tener conto del dubbio;
Se riesci ad aspettare e non stancarti di aspettare,
O se mentono a tuo riguardo, a non ricambiare in menzogne,
O se ti odiano, a non lasciarti prendere dall’odio,
E tuttavia a non sembrare troppo buono e a non parlare troppo saggio;
Se riesci a sognare e a non fare del sogno il tuo padrone;
Se riesci a pensare e a non fare del pensiero il tuo scopo;
Se riesci a far fronte al Trionfo e alla Rovina
E trattare allo stesso modo quei due impostori;
Se riesci a sopportare di udire la verità che hai detto
Distorta da furfanti per ingannare gli sciocchi
O a contemplare le cose cui hai dedicato la vita, infrante,
E piegarti a ricostruirle con strumenti logori;
Se riesci a fare un mucchio di tutte le tue vincite
E rischiarle in un colpo solo a testa e croce,
E perdere e ricominciare di nuovo dal principio
E non dire una parola sulla perdita;
Se riesci a costringere cuore, tendini e nervi
A servire al tuo scopo quando sono da tempo sfiniti,
E a tener duro quando in te non resta altro
Tranne la Volontà che dice loro: “Tieni duro!”.
Se riesci a parlare con la folla e a conservare la tua virtù,
E a camminare con i Re senza perdere il contatto con la gente,
Se non riesce a ferirti il nemico né l’amico più caro,
Se tutti contano per te, ma nessuno troppo;
Se riesci a occupare il minuto inesorabile
Dando valore a ogni minuto che passa,
Tua è la Terra e tutto ciò che è in essa,
E – quel che è di più – sei un Uomo, figlio mio!
Con questa lettera, datata 1910, Rudyard Kipling cercò di insegnare al figlio a distinguere fra il bene e il male
Ammetto che questa volta é stata una cerettata positiva!