CERNOBBIO. Gli italiani che non riescono neanche a portare in tavola i cibi necessari
per garantirsi una buona salute sono più che raddoppiati (+130%) rispetto
all’inizio della crisi nel 2008 ed oggi si contano circa 11 milioni di persone
che, pur volendolo, non possono permettersi un pasto proteico adeguato almeno
ogni due giorni.E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti su dati Istat all’anteprima del rapporto Coldiretti/Censis sul tema “Gli effetti della crisi: spendo meno, mangio meglio” illustrata dal Presidente del Censis Giuseppe De Rita e dal Presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo al Forum Internazionale dell’agricoltura e dell’alimentazione organizzato a Cernobbio da Coldiretti in collaborazione con lo Studio Ambrosetti. L’aspetto più drammatico di questa situazione sono i 4.068.250 di poveri che nel 2013 in Italia sono stati addirittura costretti a chiedere aiuto per il cibo da mangiare, secondo elaborazioni Coldiretti sul “Piano di distribuzione degli alimenti agli indigenti 2013", realizzato dall’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (Agea). Tra questi, sottolinea la Coldiretti, si contano ben 428.587 bambini con meno di 5 anni di età e 578.583 over 65 anni che sono dovuti ricorrere ad aiuti alimentari. In particolare, continua la Coldiretti, 303.485 persone hanno beneficiato dei servizi mensa, mentre sono ben 3.764.765 i poveri che nel 2013 hanno avuto assistenza attraverso i pacchi alimentari, che rispondono maggiormente alle aspettative dei nuovi poveri (pensionati, disoccupati, famiglie con bambini) i quali per vergogna prediligono questa forma di aiuto piuttosto che il consumo di pasti gratuiti in mensa. Una fotografia drammatica che - continua la Coldiretti - rappresenta la punta di un iceberg delle difficoltà che incontrano molte famiglie italiane nel momento di fare la spesa.
“E’ necessario rompere questa spirale negativa aumentando il reddito
disponibile soprattutto nelle fasce più deboli della popolazione” ha affermato
il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare “la necessità
di sostenere la ripresa dei consumi, che sono tornati indietro di oltre
30 anni sui livelli minimi del 1981”.
E non sembra che sia stato ancora toccato il fondo con gli acquisti alimentari
che nel 2014 sono ulteriormente scesi dell’uno per cento rispetto all’anno
precedente con picchi per alimenti come le uova (-3,8 per cento) che
tradizionalmente sostituiscono la carne nei momenti di difficoltà
economica e l’ortofrutta i cui consumi degli italiani sono crollati ad un
quantitativo che nel 2014 è sceso a meno di 323 chili per famiglia
all’anno, addirittura al di sotto – conclude la Coldiretti - dei 400 grammi per
persona raccomandati dal Consiglio dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. 