Ama la luce, ma non il sole diretto,
un po’ di umidità, ma rifuggia i ristagni idrici, Ceropegia Woodii se trova le giuste condizioni vegetative prospera felice producendo lunghi e sottili fusti ricadenti imperlati da cuorifomi e carnosette foglioline che si susseguono a intervalli irregolari.
Per questa peculiarità la pianta è anche romanticamente chiamata collana di cuori, è adatta a essere coltivata in vasi sospesi o posti su mensole per dar modo ai sui rami di crescere liberi raggiungendo spesso oltre il metro di lunghezza. Ci sono piante che si fanno notare per la forte personalità C. woodii seppur di esile aspetto, con grazia impreziosisce e arreda con verdi cuoricini mensole e pareti. E’ una pianta attraente non tanto per la fioritura ma per la forma e per il colore delle belle foglioline che presentano la pagina superiore marezzata grigio argentea e quella inferiore tendente al violetto. I piccoli fiorellini imbutiformi sono presenti a partire da primavera fino a quasi tutta l’estate, Linneo aveva dato il nome alla pianta paragonando l’aspetto delle infiorescenze a una piccola fontana di cera: il nome Ceropegia deriva infatti dall’unione delle due parole greche ‘keros’ che significa cera e ‘pege’ fontana.
Appartenente alla famiglia delle Asclepiadaceae, è una succulenta il cui genere comprende circa 200 specie originarie dell’Africa, isole asiatiche e Canarie, necessita quindi delle stesse situazioni climatiche dei luoghi di origine ed è perciò adatta a essere coltivata in appartamento dove ritrova temperture che non scendono al di sotto dei 10° – 15° e richiede un luogo luminoso per vivere a lungo contenta.
brevi note colturali
C. Woodii non necessita di un vaso di grandi dimensioni, ma occorre che esso sia provvisto di fori di drenaggio, il ristagno idrico è nemico infatti delle sue radici per questo va bagnata una volta la settimana con immersione del vaso in altro contenitore pieno d’acqua fino a quando la terra risulti inzuppata. Lasciata scolare l’acqua in eccesso possiamo riporre la pianta con il suo vaso in un più grazioso cachepot. Attendere che il terreno sia secco tra un’innaffiatura e l’altra. In estate forniamole aiuto con un po’ di concime a base di magnesio e fosforo. In epoca di riposo vegetativo invece, tra l’autunno e la primavera, occorre usare l’acqua con più parsimonia e sospendere le concimazioni. E’ facile moltiplicarla, tanto da talea prelevando porzioni di circa 20 centimetri da interrare in una miscela specifica per cactus o costituita da 1 parte di torba, 1 parte di terriccio e 2 parti di sabbia o perlite, quanto dai bulbilli che si formano alla base dei fiori alla fine del loro ciclo vegetativo. Il piccolo bulbo dovrà essere posto sul terreno interrandolo appena, separato da esso da un sottile strato di ghiaietta per mantenerlo asciutto, potrà essere staccato dalla pianta madre al momento dell’impianto o lasciato legato ad essa fino a quando radicherà. Vaporizzare con acqua per mantenere sempre umido il terriccio fino alla comparsa delle prime radici e dei nuovi germogli.
foto e testo by me da Vivere Country maggio 2013