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Certaldo. Non solo Boccaccio

Creato il 15 settembre 2015 da Viaggimarilore

A Certaldo, verso sera, la domenica, gli abitanti più anziani del borgo si ritrovano in strada, lungo il corso principale. Apprestano qualche seggiola, che chi abita lì nei pressi mette a disposizione, si accomodano e chiacchierano. Semplicemente chiacchierano, prendono il fresco che sta iniziando a salire dopo il caldissimo pomeriggio che sta volgendo al termine, salutano con gentilezza i turisti che passano e i giovanissimi Certaldesi che vanno a lavorare la sera nei ristorantini del borgo, attendono il buio e poi rientrano a casa per cena.

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Certaldo, Palazzo Pretorio


Certaldo si trova nel cuore della campagna toscana, in mezzo a tanti altri piccoli borghi e borghetti, paeselli di 4 case e anche meno, divisi gli uni dagli altri da vitigni che si perdono a vista d’occhio, inframmezzati qua e là da qualche frutteto o oliveto.

Dopo aver marciato da Montespertoli attraverso Locardo (un piccolo borgo fortificato attualmente in totale ristrutturazione), e Pino, un piccolissimo agglomerato di tre case che farebbe invidia a Rio Bo, e non esserci fatti tentare dalla deviazione che dopo 2 km ci promette di arrivare a Bacio (lo giuro, esiste davvero), arriviamo finalmente in vista di Certaldo.

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Vigneti nella campagna toscana


Si parcheggia a Certaldo bassa, nella Piazza del Comune, dopodiché si sale a piedi o in funicolare fino al borgo medievale. E dal piano al borgo in altura si fa un salto indietro di 700 anni (e verso l’alto di 100 m).

Se devo descrivere Certaldo con un colore, direi rosso: il rosso dei mattoni, delle case, delle mura e del Palazzo Pretorio, della pavimentazione stradale e dei gerani alle pareti. Immaginate com’è in una bella giornata di sole, quando la luce ravviva i colori e fa brillare ogni cosa. È il borgo della calma, è il borgo dove davvero gli abitanti più anziani ti salutano, per quella gentilezza insita nelle vecchie generazioni accoglienti verso il prossimo.

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Una finestra a Certaldo


A vederla così, Certaldo non è il classico borgo rovina-turisti: botteghe artigiane pressoché assenti, qualche enoteca/ristoro che vende anche prodotti tipici e ristoranti, nei quali vanno a mangiare anche abitanti della zona, segno che tanto turistici non devono essere. C’è un sistema museale, che consiste nella visita alla Casa di Boccaccio, al Museo diocesano e al Palazzo Pretorio che domina il borgo.
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Un portone di Certaldo, e le mille storie che il suo muro racconta


Boccaccio, già, Boccaccio, quel Giovanni Boccaccio che nel Trecento scrisse il Decameron, che tutti noi abbiamo studiato sui libri di scuola. Ci parrebbe persino di vederlo camminare per la strada larga che dal Palazzo Pretorio scende verso Palazzo Stiozzi-Ridolfi, quasi in fondo al borgo, e fermarsi a conversare con le signore sedute in strada, a raccontare qualche vecchia storia delle sue…

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