Dalla prima guerra del Golfo, al crollo dell'Impero sovietico e della Jugoslavia, dall'attentato alle Torri Gemelle di New York alla lotta al terrorismo in Afghanistan e Iraq, fino all'attuale conflitto in Libia.
Pino Scaccia è sempre sul fatto.
"Da ragazzo sognavo due cose: viaggiare e raccontare". Il sogno adolescenziale è divenuto realtà ed il giornalista lo rievoca per noi con uno stile minimalista e mai retorico.
Un avvincente diario di viaggio di un uomo che è sempre più convinto che "questo è un mestiere che si impara a bottega".
Il libro "Certe guerre non finiscono mai" a cura di Alessandra Stoppini, edito da Edizioni della Sera, raccoglie una lunga intervista, Pino Scaccia, reporter storico del Tg 1, ripercorre attraverso la sua esperienza sul campo prima e dopo lo spartiacque dell'11 settembre 2001, giorno fatale che ha cambiato la storia moderna e degli effetti nocivi dell'attentato sulla vita quotidiana di ogni persona
" Un testo incalzante come la vita del viaggiatore-narratore, del giornalista capace di usare il breve tempo del telegiornale ma anche lo spazio del blog e quello, più a lunga scadenza, del libro. In cui troviamo sì notizie e contenuti rilevanti: conflitti di interesse nobilitati da richiami religiosi, la necessità di imparare a convivere tra diverse culture, l'importanza del testimone, di chi narra e comunica."
Maria Immacolata Macioti
Pino Scaccia, è uno degli reporter storici del Tg1 Rai. Ha seguito i più importanti avvenimenti degli ultimi vent'anni:
dalla prima guerra del Golfo al conflitto serbo croato, dalla disgregazione dell'ex Unione Sovietica fino alla crisi in
Afghanistan, oltre al difficile dopoguerra in Iraq dove è stato l'ultimo compagno di viaggio di Enzo Baldoni. Oltre a
numerosi reportage in tutto il mondo (è stato il primo giornalista occidentale ad entrare nella centrale di Chernobyl
dopo il disastro ed a scoprire per primo i resti di Che Guevara in Bolivia), si è occupato spesso di cronaca con particolare
riferimento a mafia, terrorismo e sequestri di persona oltre a terremoti e disastri naturali.
Ha vinto, fra gli altri, il
premio cronista dell'anno per lo scoop su Farouk Kassam, il Premio giornalistico televisivo Ilaria Alpi per i racconti
di guerra e il Premio giornalistico "Città di Salerno" (2005) di cui è anche presidente onorario.