Magazine Diario personale
Lei e il sonno profondo sono ancora due sconosciuti.
Quando era piccola piccola piccola, piangeva disperata fino a mezzanotte e poi sveniva fino alle sei, di giorno non dormiva mai più di mezz'ora e spesso solo dopo un bel pianto.
Poi ha cominciato a piangere meno. E a dormire meno. Di giorno sempre sonnellini brevi, trenta minuti esatti, neanche avessi partorito un orologio svizzero, di notte invece voleva me. Ogni due ore. Ogni tre. Ogni mezz'ora. Non una notte uguale all'altra, ma di certo tutte notti in bianco. Tetta, ancora tetta e poi tetta. E io mi addormentavo con Lei appesa, lì accanto a me, mi svegliavo tutta incastrata e storta mezz'ora dopo, la trasferivo nella sua culletta e poi ricominciavamo da capo dopo massimo un'ora.
Poi un giorno ho detto basta.
Ho sfoderato l'arma biberon, chissà, magari con la pancia stra piena dorme. Ma appena ho provato a darglielo, sputacchiando, mi ha guardata come per dire ma che c...o fai???!!!
Poi sono diventata inflessibile. E così per un pò di notti ha pianto. In braccio ma niente tetta. Solo ciuccio. E poi ha deciso di dormire per tre notti dalle nove alle sei. E io ero come sicura di avercela fatta.
Beate illusioni.
Adesso siamo nel pieno della fase co-sleeping, della serie la mamma si è arresa. Lei dorme dalle nove alle undici nel suo lettino, poi comincia a svegliarsi, mugugnare, frignottare, perde il ciuccio, si gira, si rigira, riperde il ciuccio, si contorce, si rigira ancora e poi finisce nel mio letto. Di fianco a me. E lì continua a rigirarsi, perdere il ciuccio eccetera ma non frignotta quasi più. Verso le quattro o le cinque o le sei si fa anche una ciucciatina ma nessuno prova più a spostarla.
E così dormiamo, appiccicate. Strette. Vicine.
La mattina si sveglia parlottando, o tirandomi i capelli, o baciandomi tutta la faccia. E mi sorride a bocca splancata.
Io però sono del partito nel mio letto ci deve stare solo Lui, quello con cui faccio sesso, quello che mi abbraccia, quello con cui la piccola sono io.
Ho come la sensazione di aver ceduto e che sarà dura uscirne. Sarà il mondo intorno, la suocera, il web e tutti i loro racconti di figli adolescenti ancora nel lettone, ma ho come la sensazione che me ne pentirò. Un pò come con un'amante. Te lo godi un sacco ma sai anche che non va bene. E continui, non riesci a smettere. Sai anche che alla lunga potrebbe diventare un problema.
Preferirei che il mio letto matrimoniale rimanesse tale in poche parole, senza lotte future.
Così però dormo di più, anche se rilegata in un angolino, il risveglio è meraviglioso e Lei me la sto proprio gustando. In pieno. E' più facile, per me, per Lei.
Chissà, magari è l'ennesima fase, magari ho imboccato una strada senza ritorno, magari se finisse domani mi mancherebbe da morire.
Chissà.
Per ora sono diventata una mamma co-sleeping per resa.
E così dormiamo, mescolando i nostri respiri.