Magazine Viaggi
Qualche tempo fa, in attesa del treno di ritorno, alla stazione di Milano, entro in libreria.
Appena il tempo di fare un giro tra gli scaffali. Noto una copertina, illustrata dal disegno di una motocicletta, ripresa dal dietro per mettere in primo piano i bagagli.
Il titolo che si legge sopra è: "Se ti abbraccio non aver paura". L'autore è Fulvio Ervas, trevigiano, che non conosco.
Lo sfoglio un po', e l'attenzione mi cade su di una frase: "per certi viaggi non si parte mai quando si parte. Si parte prima. A volte molto prima.".
Oggi, erano poco più delle undici. Il cielo era leggermente velato, e l'aria era calda e profumata come si confà alla piena primavera.
Percorro la provinciale di San Lorenzo, che corre lungo la valle del Chiecina, il torrente che divide il territorio di San Miniato da quello di Palaia e Montopoli Valdarno.
Arrivo al bivio con la strada per Palaia, ed incontro una scena particolare.
Un signore vestito in maniera un po' bizzarra, che sta viaggiando con un carretto altrettanto particolare.
E' fermo proprio sull'incrocio, chissà, proprio casualmente davanti ai cartelli che indicano le direzioni su cui si muove quella strada, luoghi che difficilmente possono essere la meta di questo signore, e che quindi assumono ancor di più un senso di disallineamento con lo spazio ed il tempo, anche in quel preciso momento. Sta parlando con un uomo, senza un apparente motivo.
Non capisco se sono insieme, difficile visto come diversi sono per aspetto ed abbigliamento. Ma non mi spiego neppure come si possa essere trovato lì, a piedi, anche lui, in quel luogo, a quell'ora.
E' un incrocio sperduto tra valli poco abitate e boschi, lungo una strada molto poco frequentata. Ma non ho certo avuto l'impressione che qualcuno dei due chiedesse all'altro, informazioni sulla strada. Non davano assolutamente l'aria di essersi spersi, ma piuttosto che stessero serenamente parlando del mondo.
Mi sono fermato all'incrocio, e li ho fotografati.
Dopo essere ripartito li ho guardati attraverso lo specchietto retrovisore. Stavano ancora lì, parlando.
Chissà che viaggio stava compiendo quel signore vestito di giallo.
Ma un pensiero, una certezza, comunque, l'ho subito avuta, ripensando a quella frase letta in quel libro.
Di sicuro, quel signore, per quel viaggio che stava affrontando, è partito prima, molto prima....
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