Il risparmio e l’efficienza energetica degli edifici restano la “bestia nera” per la normativa italiana in materia di edilizia, ritardataria nel recepimento delle direttive europee.
Con il decreto ministeriale del 22 novembre 2012 “Modifica dell’Allegato A del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, recante attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell’edilizia, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale di venerdì scorso, l’Italia risponde alla condanna da parte della Corte di Giustizia dell’Unione europea per l’attuazione incompleta e non conforme della direttiva 2002/91/CE.
Ricordiamo che la condanna era stata inflitta per non aver previsto entro i tempi stabiliti l’obbligo di mettere a disposizione un attestato di certificazione energetica in caso di vendita o di locazione di un immobile come disposto dalla direttiva 2002/91/CE. Ora con il dm sulla ”Modifica del decreto 26 giugno 2009, recante: Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici” è stata eliminata l‘autocertificazione in classe G (leggi anche “Certificazione energetica degli edifici, da oggi in vigore le nuove norme“).
Ricordiamo che nei giorni scorsi la Commissione europea ha inviato pareri motivati all’Italia, alla Bulgaria, alla Grecia, e al Portogallo chiedendo loro di notificarle le loro misure di attuazione in relazione al disposto della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia, per il mancato recepimento della direttiva direttiva 2010/31/UE entro lo scorso 9 luglio (leggi anche “Efficienza energetica degli edifici, Italia richiamata dall’Ue”).