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Certo pure noi: in una città che è un'unica grande discarica pretendere che la raccolta rifiuti funzioni è una pretesa abbastanza assurda
Creato il 14 dicembre 2012 da RomafaschifoQuesta volta la misura è piena. Come i cassonetti che dovrebbero servire a differenziare i rifiuti e che, invece, servono da serbatoio comodo ed inesauribile agli individui che ci rovistano dentro alla ricerca di materiale da riutilizzare o, nella peggiore delle ipotesi, da rivendere. Ma andiamo con ordine: circa un mese fa è stata modificata la modalità di raccolta differenziata nel IV Municipio sostituendo alle postazioni mobili dai rigidi orari, i più “comodi” cassonetti in strada. Ben CINQUE cassonetti: organico, indifferenziato, carta, plastica/metallo e campana per il vetro. La soddisfazione di coloro che la differenziata non l’hanno mai fatta ( per non parlare di quella degli “svuotatori-riciclatori” di cui sopra ) è stata grande e, effettivamente, i cumuli di sacchetti abbandonati ai piedi dei cassonetti bianchi e blu, all’interno delle aiuole, lungo i marciapiedi etc. sono diminuiti, sebbene non eliminati del tutto perchè, evidentemente, ad alcuni –diciamo pure molti- residenti del quartiere pesa aprire il cassonetto e gettarvi dentro il sacchetto. Cosa accade, allora da un mese a questa parte? Accade che i rifiuti sono conferiti in modo assolutamente indifferenziato nell’apposito cassonetto, mentre quelli dell’organico, della plastica e della carta rimangono desolatamente vuoti o peggio pieni di sacchetti contenenti di tutto e di più. C’è, però, un’eccezione: le campane del vetro, in questo primo mese di “nuova” raccolta differenziata, si sono riempite a dismisura e la gente che, chissà perché ritiene che solo il vetro sia degno di essere riciclato, abbandona bottiglie e barattoli ai piedi della campana (v. foto allegate). L’altro giorno, tornando a casa, ho incrociato due operatori AMA che stavano ripulendo la zona circostante i cassonetti di fronte a casa mia e sono rimasta letteralmente sconvolta dalla modalità da loro utilizzata: raccoglievano con le mani rifiuti di diversa natura ( organico, vetro, plastica, etc) e li gettavano nel cassonetto blu… Mi sono rivolta ad uno di essi con molta gentilezza chiedendo che senso avesse la raccolta differenziata, peraltro pubblicizzata con vari manifesti e con ragazze in biga per tutto il Municipio, se poi loro stessi mescolavano tutto insieme. Il signore in questione mi ha risposto: “Signora, che vuole da me? io mi spezzo la schiena tutto il giorno! Tanto qua la differenziata non la faceva nessuno prima e non la fa nessuno adesso”. Ovviamente ho ribattuto, innanzitutto, che non avevo assolutamente nulla di personale nei suoi confronti e poi che la differenziata c’è chi ancora la fa, come me, e quindi vorrebbe non solo non assistere a tali scene, ma anche, ad esempio, che la campana del vetro fosse regolarmente svuotata. L’operatore AMA mi ha risposto: “Per svuotare la campana ci vuole il camion col gancio”; e io:” Ma quando passa? Non s’è mai visto!”; e lui: “E che ne so io, faccia reclamo alla sede AMA di zona”, e io: ”Già fatto, ma le campane del vetro sono sempre piene! Eppure paghiamo fior fior di tasse per avere un servizio che non ci viene fornito” e lui, seccato: “Ma che va cercando, mica mi paga lei!”. A parte il fatto che, ripeto, nulla avevo contro quell’operatore AMA, sebbene una risposta del genere fosse fuori luogo visto che ogni mese le imposte municipali pesano eccome sulla mia misera busta paga, la cosa che mi sconvolge maggiormente è che il IV Municipio sia un quartiere-immondezzaio e nessuno sembra occuparsi seriamente di questa emergenza. Almeno non la chiamate “nuova raccolta differenziata”: è una questione di pudore, se ancora ne esiste un briciolo in questo Paese. Raffaella C.
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