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Cesare Battisti: aperto canale diplomatico. Il Brasile teme il giudizio della Corte dell’Aia

Creato il 28 settembre 2011 da Iannozzigiuseppe @iannozzi

Cesare Battisti: aperto canale diplomatico
Il Brasile teme il giudizio della Corte dell’Aia

a cura di Iannozzi Giuseppe

Cesare Battisti: aperto canale diplomatico. Il Brasile teme il giudizio della Corte dell’Aia
Il Brasile teme la Corte dell’Aia. Sarebbe davvero un gran brutto affare se il caso Cesare Battisti finisse di fronte alla gran corte internazionale di giustizia. E per questo sta cercando di cucire una pezza diplomatica con l’Italia: Italia e Brasile hanno deciso di “attivare un canale bilaterale”. Servirà a qualcosa? Presto per dirlo, ma la mancata estradizione del pluriassassino e terrorista Cesare Battisti è una ferita che, per fortuna, l’Italia non intende lasciare aperta. Dopo un colloquio a New York con il collega brasiliano, Antonio Patriota, il ministro degli Esteri, Franco Frattini ha osservato: “Questo consentirà di mettere tutto su una pista giuridico-diplomatico e non di scontro politico che non porterebbe da nessuna parte”.
I due governi hanno nominato inviati speciali (per l’Italia il direttore generale delle Americhe della Farnesina, Luigi Maccotta) che “in tempi davvero brevi” si incontreranno a Roma. Al primo posto ci sarà la questione della nomina di una commissione mista di conciliazione che va esperita prima di poter presentare il ricorso all’Aia contro la mancata estradizione di Cesare Battisti. Dopo l’incontro con Patriota all’Onu, Frattinisi è detto confortato “sulla volontà del Brasile di affrontare questa situazione non con chiusura ma nello sprito di relazioni politiche e diplomatiche amichevoli che durano da sessanta anni”.

“Il tribunale dell’Aia sarà investito del caso Battisti entro fine mese”. Così il ministro degli esteri Franco Frattini, nei primi giorni di settembre: “Ho chiesto al ministro degli esteri brasiliano di incontrarci a New York il 22 settembre, entro quella data, di sicuro, avremo una risposta. Se il Brasile non nominerà la commissione ci rivolgeremo direttamente all’alta corte internazionale perché nomini un rappresentante di San Paolo”.

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