Magazine Cinema
Non è che si debba fare una faida tra le due fazioni : I Caciavid che sostengono la prima tesi e noi splendidi,meravigliosi, straordinari radical chic. No. Basta che il film funzioni e che ti regali emozioni o riflessioni,che non ti faccia dire, come una celebre pubblicità: " già fatto"
Qualcosa deve rimanere: l'incanto per un grande show o una riflessione profonda sulla vita e la società. Questo è il cinema. Poi ,chiaramente, io ho gusti fantastici eh!
Come che ci siamo ridotti a esser cosi pigri, annoiati, così propensi a fare del luogo comune, dello stereotipo,della irresponsabilità e incoscienza intellettuale, la nostra unica bandiera? Si nega la forza dell'arte di cambiare e migliorare le persone, che tanto sono tutte cose da stupidi intellettualoidi,di sinistrosi e così via. Ecco sono orgoglioso e fiero di essere un intellettualoide e un sinistrato,se lo scotto di tutto ciò fosse veder degli ergastolani e dei detenuti, trovare una parte di umanità, di riscatto,attraverso la forza del teatro.
Si,mi dici: ma poi sempre in galera torneranno. Esatto,ma è come negarsi la voglia di innamorarsi di nuovo dopo la fine di una storia importante, o abbandonare una professione per un fallimento . Non conta quanto amore e quanta gloria hai avuto prima? Questi detenuti per un lasso di tempo si sono sentiti uomini e sono stati altro rispetto alla condanna che hanno ricevuto.
Tutti noi, che siamo giustizialisti o garantisti, sappiamo quanti siano i problemi del carcere . Tutti sappiamo come siano ammassati in celle piccole e inadatte i detenuti e quanto sia faticoso il lavoro del secondino. Chiaramente facciamo del tifo e allora: i detenuti subiscano degrado e violenza che ce ne fotte a noi, oppure: liberi tutti. Per questo a me stanno sulle palle sia i giustizialisti che i garantisti Perché si finisce nelle solite discussioni e polemiche sterili,perché si negano le ragioni altrui,sopratutto su un tema così' delicato.
Lo stato ha l'obbligo e il dovere di punire i reati e chi li compie, nondimeno è vero che le persone non sono mai le stesse. E che un uomo condannato per un delitto non sarà lo stesso uomo venti anni dopo.
Per questo reputo " Cesare deve morire" un'opera fondamentale e preziosa,perché si muove su diversi livelli e riesce a farci ragionare su molte cose.
L'importanza di usare la nostra fantasia, dell'arte non intesa come scappatoia dalla realtà,ma come estensione alta e nobile di essa. Quando recito una parte sono vero e reale,allo stesso modo di quando sono in cella. E quello che recito potrebbe aiutarmi anche in cella. Non vale per tutti,certamente, non è possibile una cosa simile,ma è meravigliosa scoperta per altri. Il detenuto , per quanto orribile sia il suo reato, come essere umano è frutto del suo ambiente. Io non sono uno di quelli che se la prende se certi subiscono l'art 41 bis,o come si chiama, o che fanno parte del partito degli innocentisti,ma non sono talmente scemo da non comprendere che un uomo è quasi sempre recuperabile. Tanti di questi sono diventati quello che sono per l'educazione,l'ambiente e altre cose. In questo bellissimo film vedi come un killer interpretando un ruolo arrivi a comprendere che razza di vita oscena facesse prima ,a mettere in discussione sé stesso. Questa per me è la vittoria dello stato.
Salvare un uomo tra i cento che giustamente si condannano.
Questo è il cinema che amo profondamente, quello necessario,fondamentale,da non dimenticare. Quello che parla di persone e della epica delle nostre vite . Realismo aspro, documentaristico,ma anche potente . Perché i Taviani fanno cinema. Lo noti dalle inquadrature,dalla posizione della mdp.
Perché nonostante tutto , il cinema italiano è forte e resistente. Ed è anche molto premiato.
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