Ci siamo: Lunedì 3 marzo 2014 il XXVII Capitolo Generale dei Salesiani di Don Bosco entra nel vivo dei lavori presso la Casa Generalizia di Roma, dopo un intenso preludio vissuto tra il pellegrinaggio sui luoghi salesiani a Torino Valdocco (22-25 Febbraio) e gli esercizi spirituali (26 Febbraio – 2 Marzo). Il Capitolo, la suprema autorità della Congregazione Salesiana, si svolge ogni 6 anni e, oltre al mandato di eleggere il nuovo Successore di Don Bosco, ha il compito di indirizzare il futuro della Congregazione per il prossimo sessennio (vedi precedente post: “CG27: verso il Capitolo Generale dei Salesiani“). Per l’Ispettoria Salesiana “San Marco” Italia Nord-Est saranno presenti l’Ispettore don Roberto Dal Molin, l’economo ispettoriale Giampietro Pettenon e il “nostro” caro don Igino Biffi, responsabile della Pastorale Giovanile dell’Ispettoria, già Delegato Salesiano TGS Eurogroup.
Ed è proprio don Igino ad essere intervistato da Linda Perino della redazione dell’ultimo “Bollettino Salesiano” (Febbraio 2014) per raccogliere “sogni, speranze, strade, sfide, passioni” legate a questo importante appuntamento. Leggiamo assieme l’articolo…
Don Igino Biffi
«Vado al Capitolo e mi attendo sogni, speranze, strade, sfide, passioni»
Incontro con il giovane e dinamico delegato di Pastorale Giovanile dell’Ispettoria Nord Est.
Intervista di Linda Perino.
Perché hai deciso di essere salesiano?
Forse l’ho deciso proprio perché… non l’ho deciso io! Ci sono degli avvenimenti che “accadono” nella vita un po’ a nostra insaputa e senza che noi li abbiamo scelti: non sei tu che decidi di avere dei sogni, dei doni, degli aneliti interiori, degli incontri improvvisi e apparentemente fortuiti. Io non ho fatto altro che accogliere lo svolgersi di una storia, la mia, che mi ha portato verso lidi che non avrei mai immaginato. Io non ho fatto altro che continuare a vivere l’ottimismo ostinato e temerario di mio padre e la carità operosa di mia madre. Ho semplicemente detto di sì, a volte forse un po’ inconsciamente, a quanto il Signore con creatività e audacia mi proponeva. Ora mi ritrovo tra le mani come un dono non meritato, una “bella stoffa”, forse un po’ sdrucita e rattoppata qua e là, che il Signore come un bravo sarto continua a confezionare e sistemare anche nei momenti in cui viene messa alla prova.
Sei stato eletto al Capitolo Generale. Lo senti come una bellissima responsabilità?
Certo! È quella responsabilità che si sente di fronte ad un dono grande e non meritato: ho tra le mani una bella occasione di formazione e di servizio. Formazione perché l’incontro con tanti confratelli di tutto il mondo penso sia una scuola di vita impagabile che certamente mi aiuterà ad avere uno sguardo più ampio e quindi sogni più grandi. Servizio perché tale mi sembra che sia un Capitolo Generale: è un dono che è anche un compito.
I confratelli hanno molte attese su questo Capitolo. Tu, che cosa ti aspetti?
Anch’io sono un confratello come gli altri e anch’io ho molte attese! Cosa mi aspetto di preciso non lo so o forse sono così tante le attese che faccio fatica a sintetizzarle. So solo che per una donna la gravidanza è un momento importante e delicato: cambiano alcune abitudini, ci sono alcune attenzioni da avere e alcune scelte da prendere. Mi piace pensare al Capitolo Generale come ad un periodo di gravidanza in cui sognare qualcosa di grande per la Congregazione Salesiana e i giovani a noi affidati. Lo scopo non credo che sia di partorire documenti da mettere su uno scaffale bensì sogni, speranze, strade, sfide, passioni, scelte per vivere la vita consacrata salesiana più radicalmente di quanto facciamo ora.
Contano molto le persone e le idee. Quale delle due è la più importante?
Ci sono idee se ci sono persone ma ci sono persone che crescono se le idee contano! Non possiamo separare queste due parole. Ho conosciuto salesiani davvero esemplari, dei “santi viventi” che non avevano chissà quali idee o capacità ma che vivevano una “vita consegnata”: sembrava che dicessero con la loro vita “siamo proprietà di Dio”. Le idee contano se sono espressione di questa consegna a Dio per il bene dei giovani. Le persone contano se non si appartengono… Ogni sera dovremmo addormentarci dicendo “Signore sono tuo”. È facile abortire una bella idea: basta dire “Questa idea è mia e così deve rimanere” oppure “Quella non è una mia idea e quindi non la condivido”. Per cui non sono sufficienti le belle idee… è necessario che ci siano degli uomini “consegnati” pronti a viverle. È inutile avere una bella macchina se poi il carburante non c’è! E il carburante principale è una miscela di passione, umiltà e temerarietà.
Il momento, per molti motivi, è difficile. Se si potesse realizzare solo una proposta, quale sceglieresti?
Una sola proposta?! Ma è come chiedere ad un bambino di prendere una sola caramella quando ne potrebbe prendere tante! Facciamo così: prendo tutto il pacco! Ovvero mi piacerebbe che riuscissimo ad individuare alcune scelte su cui far leva per vivere più radicalmente tutti gli aspetti della nostra vita consacrata salesiana: l’unione con Dio, la comunità, la missione.
La strada è don Bosco: dobbiamo passare sempre di più dall’ammirazione all’imitazione di don Bosco. Don Bosco non va applaudito: va imitato! La mia proposta? Imitiamo don Bosco…. Ma sul serio però! E ci ritroveremo ad imitare Cristo!
Ci sarà una svolta positiva, un vero rimbalzo in avanti?
Beh… ovvio! Se non mettiamo i bastoni tra le ruote allo Spirito Santo certo che faremo un bel balzo in avanti! Ma prima dobbiamo fare… un po’ di passi indietro! Mi sembra provvidenziale che prima del Capitolo Generale sia uscita l’esortazione apostolica Evangelii Gaudium che considero uno strumento di lavoro da affiancare a quello che ha redatto la Commissione Precapitolare.
Che cosa diresti ai giovani salesiani che oggi devono prendersi “sulle spalle” la Congregazione?
Direi loro che la profezia viene dai giovani: i giovani salesiani hanno il compito della profezia perché nel carisma salesiano i veri profeti sono i giovani! Basti pensare a come don Bosco ha iniziato e chi ha convocato il 18 dicembre 1859.
Direi loro di ascoltare il grido del mondo! Lo senti?! Lo senti quel grido che chiama te?! C’è un grido che trapassa la storia e ogni continente… è un vero appello vocazionale! Ma ci vogliono le “orecchie del cuore” per ascoltarlo.
Direi loro che la fede è vera se porta alla gioia. I discepoli di Emmaus si dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via?» (Lc 24,32). Stare con Gesù fa ardere il cuore! Stare con Gesù riempie il cuore! Stare con Gesù guarisce le piaghe della nostra vita! Gesù Cristo non è un hobby o un optional. Gesù Cristo “è di serie” ed è la condizione per vivere una fede gioiosa.
Infine direi loro che c’è… più futuro che passato!
(fonte: Bollettino Salesiano)
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