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"e volta nostra poppa nel mattino,de' remi facemmo ali al folle volo, sempre acquistando dal lato mancino.Tutte le stelle già de l'altro polovedea la notte e 'l nostro tanto basso,che non surgea fuor del marin suolo.Cinque volte racceso e tante cassolo lume era di sotto da la luna,poi che 'ntrati eravam ne l'alto passo,quando n'apparve una montagna, brunaper la distanza, e parvemi alta tantoquanto veduta non avea alcuna.Noi ci allegrammo, e tosto tornò in pianto,ché de la nova terra un turbo nacque,e percosse del legno il primo canto.Tre volte il fé girar con tutte l'acque;a la quarta levar la poppa in susoe la prora ire in giù, com'altrui piacque,infin che 'l mar fu sovra noi richiuso»(Divina Commedia, Inferno, Canto 26)
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