Le questioni risolte
Pool 1: cedono di schianto i London Irish in disarmo in casa Gloucester, finale 47-3, sei mete e 17 punti al piede di Freddie Burns per i Cherry and White, con quattro mete (come si dice, quadripletta?) dell'ala irlandese Shane Monahan, Carneade prelevato un paio di stagioni fa da Connacht dove pure giocava poco. In campo gli esperti: da Jimmy Cowan in mediana a Mike Tindall al centro assieme al secondo playmaker Billy Twelvetrees.
In basso nel girone, bis per Mont de Marsan che ri-batte il disinteressato Bordeaux anche in casa; 18-7, due mete a una, quella dell'UBB a cinque minuti dalla fine.
La classifica: Gloucester 18 punti, Irish 11, Stade Montois 9, UBB 1. Girone chiuso in mano a Gloucester cui manca solo la matematica, basterà e avanzerà vincerne una sui due impegni francesi, anche solo l'ultima in casa coi Montois.
- Pool 4: Bath come previsto incassa il bottino pieno con lo sparring partner italiano di turno, bissando la vittoria piena anche in provincia di Brescia: è 5-39 sul Calvisano, sette mete a una con hat trick per Horacio Agulla, meta della bandiera concessa al tallonatore Luigi Ferraro a due minuti dalla fine. Agen vendica la sconfitta a Bucarest con un 39-9 fatto di cinque mete.
La classifica: Bath unica in Europa a punteggio pieno, 20 punti, Agen 12, Wolves 9, Calvisano 2. Vale per Bath quanto detto per Gloucester, con l'ulteriore vantaggio un punto di margine in più e di due incontri di gennaio in casa.
- Solo apparentemente ancora aperta la Pool 3: la vittoria dei Wasps a High Wycombe sul Bayonne che ha seguito il pareggio in Francia (cfr. qui), dà soli 5 punti di margine agli inglesi sulle due inseguitrici Bayonne e Dragons. Questi ultimi han raggiunto i baschi facendo i 10 punti di prammatica con Mogliano: a Newport è finita 53-3, otto mete a zero.
Il vantaggio in classifica dei Wasps è però rafforzato dal calendario: già alla prossima giornata, mentre le inseguitrici se la vedranno tra loro in Galles, ricevendo Mogliano le Vespette avranno le probabilità dalla loro di poter chiudere anticipatamente la pratica.
Le questioni aperte
- Pool 2 - Il duplice scontro di vertice tra Perpignan e Worcester è finito con la divisione paritaria della posta 5-5, rocambolesca se si vuole: vittoria di un punto in Inghilterra, 13-6 per i catalani al ritorno, con meta del veterano Richard Haughton schierato estremo al 10'. Ora le due sono appaiate a 15 punti e gennaio si fa interessante, da giocarsi tutta sui punti di bonus e fino all'ultimo: l'USAP ospiterà Rovigo e andrà a Gernika, viceversa i Warriors. In caso di parità finale, passerà Perpignan per il maggior numero di mete segnate negli scontri diretti (tre a una).
In basso, molto in basso, Rovigo riesce nell'impresa di ottenere finalmente il primo punto. Un bonus difensivo. Col Gernika. Al Battaglini. Finisce 10-16, spagnoli sempre avanti, meta al 10' dell'ala ventenne Inigo Olaeta alla seconda partita europea in vita sua; i rodigini recuperano fino al 7-8 di fine primo tempo (meta di Montauriol trasformata da Miki Wilson) e si fermano lì. All'ora di gioco la partita viene chiusa dalla meta dell'apertura irlandese Declan Cusak, un 23enne da Munster con 7 (sette) minuti di Celtic League nelle gambe la stagione scorsa. Sul 7-16, al 73' arriva il meritato penalty per il punto di bonus difensivo rodigino (si coglie il tristo sarcasmo?).
- Pool 5: Lo Stade Francais si prende il suo, ha regolato in piena souplesse la doppia sfida coi Cavalieri Prato (cfr. qui) ma i 10 punti non bastano a definire la promozione, anche se le procurano 4 punti di vantaggio. Difatti quei cagnacci del Grenoble han vinto anche loro la duplice sfida coi London Welsh, andando a batterli anche in casa per 13-27 e col bonus offensivo, quattro mete a una con doppietta del tallonatore Laurent Bouchet. E nel prossimo turno, sarà sfida tra le prime due ai piedi delle Alpi.
Quindi abbiamo tre inglesi praticamente qualificate alle fasi finali - Gloucester, Bath, Wasps, due francesi che se la giocano tra loro - Stade e Grenoble - e un'altra franca, Perpignan, con una incollatura di vantaggio sulla quarta inglese Worcester. Solo gli Irish scivolano, peraltro affossati da altra inglese, assieme ai novellini Welsh: a quanto pare il contratto siglato con BT ha dato un boost mica male alle Albioniche di fascia media.
Una parentesi di fine anno va doverosamente aperta sul torneo delle italiane. Non è la prima volta e purtroppo non sarà l'ultima: il presente formato della Euro Challenge purtroppo ce lo sbarberemo come minimo ancora per una stagione. Dico purtroppo perché non c'è crescita ma solo frustrazione quando le prendi di santa ragione, come un apprendista fabbro nell'Inghilterra di Dickens o un alunno discolo alle elementari di De'Amicis.
Risparmiamoci i conti dei punti incamerati (5 in tutto su 80 disponibili) o di quelli subiti ( meno 568 di decalage complessivo Italia-Europa tra fatti e subiti). E' doveroso però rimarcare un ulteriore sprofondare complessivo del rugby cosiddetto Eccellente, un nuovo "mioddio come sono caduta in basso": altrimenti qua passa tutto per "normale". Aldilà dell'ultima novità, prenderle in casa dalla spagnola, c'è che le partite con le nostre sono diventate per tutte le altre un mero passare all'incasso. C'è quasi da discutere della regolarità stessa del torneo, a ben vedere.
Ero convinto che rugby fosse anche orgoglio, a maggior ragione nei SemiPro; invece a volte paiono una pallida imitazione dei lati peggiori dei Pro. Non si può difatti accusare di tutto la Fir, che pure è la radice di tutto questo, appiattita com'è da decenni nella tronfia vanagloria Azzurra mentre insiste pervicace a segare il ramo su cui è seduta, le società sul territorio; Federazione certo incapace - per ignavia, encefalogramma piatto e conformismo dei suoi "dirigenti" - a stimolare adeguatamente i club a fare il loro dovere quando ci rappresentano tutti.
Ma non è solo Fir, ci sono anche precise responsabilità a livello di club. C'è modo e modo di perdere; non solo, va pesato anche con chi si perde. Capisco contro le inglesi e francesi, sostenere che lo spezzettamento eccessivo delle poche risorse esistenti in ben 12 club sedicenti "Eccellenti" e le fonti inaridite da decenni di accentramento assassino, producano "scarsa esperienza", "incapacità di reggere i ritmi". In questo la responsabilità primaria della Fir è precisa.
Ma con le spagnole? E i rumeni? Tutti crescono e noi fermi sul ghiacciaio? Cos'è successo che ci siamo persi ultimamente tra Cetransa e Getxo, Santboiana e LaVila: han trovato la sorgente di Coocon, prendendo i ritmi delle vicine francesi?
Non è mai troppo tardi per un sussulto di dignità, anche e soprattutto tra "poveri", dove l'orgoglio sarebbe uno dei pochi patrimoni da preservare. Ce lo dobbiamo far insegnare dai baschi?
Invece di dar le colpe solo alla Fir, servirebbe finirla con le scuse e pensare "mal comune, problema non mio". Ognuno si assuma le sue responsabilità. Il primo passo è la presa di coscienza, l'uscita dal demenziale denial dondiano: va tutto bene così, siamo a un passo dell'entrare nell'Olimpo del rugby. In realtà siamo al "fermiamo il declino" (che slogan da perdenti ...). Serve ricominciare purtroppo, sottolineando come ai tempi delle "confitte onorevoli" Azzurre, la verità che c'è modo e modo di perdere: per un punto col Manchester United - Tigers è ben diverso dal perdere in casa col Bate Borisov. Cominciamo da queste piccole certezze, evitiamo di gettare il bambino con l'acqua sporca, facciamo leva sull'orgoglio, il resto seguirà. Fir inclusa, se desidera sopravvivere.