All’ultimo ” Un Mare di Champagne” di Alassio ho avuto modo di ri-degustare gli splendidi Champagnes di Erick De Sousa. Cote des Blancs e uno dei pionieri della biodinamica, ecco il profilo di Erick. Le vigne sono lavorate per mezzo della trazione animale del cavallo, pratiche naturali ed esoteriche, un cristallo di roccia nella cantina per canalizzare le onde buone ecco la biodinamica di De Sousa. Questa marca “vigneron” di Champagne ne ha fatta tanta di strada a partire dagli anni 30′ quando il bisnonno di Erick produceva il suo champagne. Gli anni 30′ erano immersi in una grande crisi : il proibizionismo negli Stati Uniti, le maison di negoce non acquistavano più nulla ( perché niente si vendeva) dunque bisognava inventarsi qualcosa. Paradossalmente proprio iniziando da quegli anni di crisi si iniziò la via che oggi differenzia l’azienda.
Il papà di Erick iniziò lo sviluppo dell’azienda mirando ad una clientela particolare con solamente tre clienti all’export. Erick, quando riprende l’azienda, decide di puntare sulle “vecchie vigne” ,che fino ad allora erano mischiate nell’assemblage, poi inizia a differenziare le diverse cru dell’azienda dando vita a delle cuvees personalizzate. Inoltre le vecchie vigne , grazie alle loro radici molto profonde, erano al riparo dalle gelate ed altri scherzi meteorologici e così Erick aveva più chances di produrre millesimati. L’uva principale dello Champagne è lo Chardonnay con 7.6 ha dedicati, mentre il Pinot Noir ed il Pinot Meunieur rappresentano il 3.4 ha . Oggi il vigneto si estende su circa 10 ha suddivisi nella Cote des Blancs( con i migliori terroir a Avize,Oger, Cramant, Les Mesnil sur Oger ) finendo con alcuni Pinot Noir a Ay e Ambonnay. Ma le innovazioni di Erick non finiscono qua : nel 1995 tenta una vinificazione in botti e fu un enorme successo sia da parte della critica che della clientela; nello stesso tempo, spinto da una profonda convinzione, si lancia dall’avventura bio. Lavora le vigne 10 anni prima di chiedere la certificazione e l’etichetta. Negli stessi anni, precisamente nel 1999,inizia la “pratica” biodinamica. Effettua alcuni esperimenti della pratica su due ettari con l’ovvia conclusione che i risultati erano soddisfacenti e si poteva iniziare la biodinamica. Avventura non facile in quanto lo Champagne si trova all’estremo nord, limite della coltivazione della vigna, con piogge molto importanti e conseguenti muffe o funghi che mettono a dura prova i tuoi nervi e soprattutto il fegato….. I suoli sono lavorati con cinque/sei passaggi per anno, i trattamenti si basano sulla biodinamica con preparazioni particolari e tisane , il rame è spesso sotto la soglia dei 6 kg consentiti con circa 14 trattamenti annui.
Un vigneto di due ettari è lavorato esclusivamente attraverso la forza motrice del cavallo e le uve sono vinificate a parte per potere vedere la pertinenza della scelta. Il non avere mezzi meccanici che battono e schiacciano il terreno dovrebbe avere la funzione di migliorare la penetrazione radicale delle radici con conseguente ricerca della mineralità della pianta.
Altro punto della ricerca, quasi maniacale, della qualità lo si vede al momento delle vendemmie quando si cerca di farle il più tardivamente possibile con un grado alcolometro potenziale di circa 11°/11.5°, che rende la “chapitalisation” inutile. Ovvio che l’acidità dei mosti diminuisce in conseguenza anche perché la fermentazione malolattica avviene sempre spontaneamente, però nei vini di De Sousa si ritrova una certa freschezza minerale che compensa ed armonizza il vino. Grazie a ciò anche il dosaggi d’expedition è diminuito: si è passati dai 12gr ai circa 3 gr di oggi. La prima fermentazione inizia grazi a lieviti indigeni, la spumantizzazione avviene grazie ad alcuni lieviti biologici. La cantina di De Sousa è nel centro del villaggio di Avize . De Sousa ama utilizzare le botti per la vinificazione ed in alcune cuvee come Le Caudalies, che sono millesimati, è il passaggio che regala complessità. Gli Champagne di Erick offrono sensazioni forti, nobili sapori “terreni” e radicali con una loro tipica complessità. Il dosage e la data di degorgement è sempre menzionata nella contro etichetta. Gli Champagne De Sousa iniziano con la Tradition composta da 50% Chardonnay+40% Pinot Noir+10% Pinot Meunier che è uno champagne con buona maturità ed un ottimo ventaglio aromatico . La Grand Cru Reserve è un 100% Chardonnay Biologico: molto fine, quasi delicato con una linea minerale sottolineata dalla maturità del frutto.
la cuvee 3 A
La 3 A ( cioè i tre villaggi Avize, Ambonnay e Ay) è un extra brut con una metà vinificata in botti e l’altra metà in vasche inox; 50% Chardonnay e 50% Pinot Noir è un vino con ottima potenza, da gastronomia, con note grillè ed un finale minerale molto teso e diritto. Il Brut Rosè è 90% Chardonnay e 10% Pinot Noir con aromi fruttati tonici. Caudalies Rosè (90 Chardonnay e 10 Pinot Noir) è un rosè fatto con il metodo saignèe ed è vinificato in legno. E’ potente e strutturato, con note floreali, di lamponi e speziate con un otiimo finale complesso. La Cuvee Caudalies è un Blanc de Blancs non millesimato; le vigne hanno più di 50 anni e ci regalano una paletta aromatica molto ampia: eau de vie frutti rossi,miele, caramello,torroncino, con una bocca molto ricca e ottima qualità di bollicina. E’ uno Champagne che dimostra una simbiosi tra maturità dell’uva e mineralità molto affermata. Bella potenza speziata tipica delle cuvees vinificate in legno. Nel futuro di De Sousa ci sono alcune novità.
erick de sousa e Andreas larsson
Presto uscirà con la cuvee Umami ( che è il sesto senso) pensato e definito insieme ad Andreas Larsson Sommelier campione del mondo 2007. Non pensato con il miglior sommelier giapponese come hanno detto alcuni colleghi.Poi ci sarà la Micoryse che sarebbe il vigneto interamente lavorata con il cavallo.