Debussy compone le Chansons de Bilitis nel 1897 mettendo in musica, per voce di mezzosoprano e pianoforte, alcuni testi poetici dell’amico e poeta Pierre Louÿs. Torna poi sulla medesima raccolta nel 1901, quando elabora un nuovo ciclo di dodici brani intitolato Les Chansons de Bilitis per voce recitante e gruppo da camera, versione che all’epoca viene messa in scena solo in forma privata e con l’ausilio di quadri viventi.
E’ un periodo fecondo: del 1893 sono il Quatuor à cordes e il Prélude à l’après-midi d’un faune e nello stesso anno comincia a lavorare a Pelléas et Mélisande, che sarà rappresentata per la prima volta nel 1902. Inoltre tra il 1897 e il ‘99 scrive i Nocturnes per coro femminile e orchestra.
Il linguaggio di ispirazione “simbolista” che segna queste chansons si esprime attraverso una raffinata ricerca di sonorità e nuances che anticipano la scrittura delle opere pianistiche più tarde. I percorsi armonici e l’utilizzo di scale esatonali testimoniano l’evoluzione verso il linguaggio impressionistico, impreziosito di tanto in tanto dal tono “aulico” determinato da cadenze e stilemi di matrice classica, facilmente riconoscibili nel chiaro impianto tonale.
L’omonima raccolta poetica di Pierre Louÿs, pubblicata nel 1894, è di soggetto erotico e ambientazione mitologica-pastorale. L’autore immagina che i poemi siano opera di una donna dell’antica Grecia, dal nome appunto Bilitis, cortigiana e contemporanea di Saffo: in effetti, alcune liriche della raccolta prendono spunto proprio da poesie di Saffo o da altri poemi dello stesso Louÿs, che è considerato ancor oggi un poeta di rilievo - anche per la scelta di tematiche inusuali al suo tempo.
§
Trovate qui il capitolo dedicato alle Chansons de Bilitis - incentrato sul rapporto tra metrica musicale e poetica – tratto dalla tesi Viaggio nell’Europa musicale: il lied tra ’800 e ’900. Analisi di alcuni importanti cicli liederistici da Schumann a de Falla che ho presentato all’esame di laurea sostenuto nello scorso settembre.
Invece qui di seguito potete ascoltare l’esecuzione delle medesime da parte del mezzosoprano Irene Molinari e della sottoscritta al pianoforte, sempre in occasione del mio esame di laurea in Discipline Musicali - Musica vocale da camera.
§
§