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Chapter One, il buon esordio di Ella Henderson – recensione

Creato il 31 ottobre 2014 da Officialziogio @officialzigio

Chapter One, il buon esordio di Ella Henderson – recensioneE’ uscito da poco “Chapter One”,  l’album di debutto di Ella Henderson (come vi ho già detto nell’ultimo articolo che sicuramente avrete letto), giovanissima cantautrice inglese di cui vi ho parlato un po’ di tempo fa.

Avendovi messo i link ai vari articoli per saperne di più su Ella, passiamo subito all’analisi di questo album di debutto. E diciamolo subito: è bello.

Un album bello ed anche sorprendente, che presenta varie influenze musicali che rendono il risultato finale magari non troppo coerente, ma sicuramente piacevole ed interessante.

Innanzitutto bisogna fare i complimenti ad Ella, che a 18 canta in modo superbo, interpretando i brani con una classe magistrale, che sicuramente resisterà alla prova del tempo. E le vanno rivolti i complimenti anche per aver scritto insieme ad un gruppo di noti autori e produttori (Babyface, Ryan Tedder, Steve Mac, TMS) tutti i brani dell’album ad eccezione del singolo “Glow”. Anche il brano che presentò al suo provino per X Factor, “Missed”, è finito nel disco, proprio a dimostrazione del suo talento di cantautrice.

“Chapter One” inizia con Ghost, una canzone potentissima, una preghiera, in cui c’è passione, c’è sentimento e c’è un bel ritornello: un capolavoro. Si prosegue sulla stessa falsariga con Empire, con Glow invece l’atmosfera si fa più elettro-pop, ma mantiene sempre un tono “uplifting”, edificante. “Siamo fuoco, la nostra fiamma non morirà mai e noi splenderemo”.

Con Mirror Man iniziano le sorprese di questo disco: questo brano infatti propone delle sonorità molto più R&B vintage, ed impazzisco per l’ironia e il sarcasmo con cui Ella si rivolge al suo ragazzo vanitoso. Con Hard Work cambiamo di nuovo genere: è un brano idilliaco, quasi una ninna nanna, dai toni molto rilassati, sicuramente uno degli highlight di Chapter One.

La traccia successiva Pieces invece si distingue per un ritornello molto ritmato, da power pop; The First Time invece, prodotta da Babyface,  è molto vicina al sound black di hip hop e R&B.

All Again è un’altra delle tracce migliori: una ballatona costruita principalmente su piano, archi e voce, caratterizzata da un crescendo di emozioni che ci conduce al climax finale. Io questa canzone la voglio vedere eseguita dal vivo: già mi sto immaginando una bella performance ad X Factor, sul palco solo Ella e il pianoforte, una bella esibizione semplice ma potente, che farà schizzare sicuramente la canzone ai vertici della classifica di iTunes.

Give Your Heart Away è un’altra ballata emozionante, la successiva Rockets è invece forse la più grande sorpresa dell’intero album, un altro pezzo dal sapore R&B, molto allegro: ogni volta che lo ascolto mi aspetto sempre che da un momento all’altro inizi una parte rappata di Travie McCoy, tanta è l’energia urban che si respira in questo brano.

Chapter One si chiude con Missed, che è rimasto praticamente identico rispetto alla versione che fece emozionare Mel B durante il provino di Ella.

Chapter One è un bel disco, che alterna momenti molto classici ad altri molto più moderni, ma che sono interpretati sempre con la stessa emozione e con la stessa credibilità. Ed è bello sapere che c’è gente giovane capace di realizzare musica che possa toccare le corde del cuore di un pubblico molto vario per cultura ed età. Un album che pecca un po’ in coerenza, ma che mette in mostra le numerose potenzialità di Ella, un talento che deve continuare a sbocciare e che non deve essere schiacciato dalle pressioni dell’industria discografica.

Voi l’avete già ascoltato o acquistato? Voglio sapere i vostri commenti.

Ciao a tutti!!!

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