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Charles Rousseau : vigneron a Gevrey

Da Vini&terroir

E’ il patriarca del Domaine Armand Rousseau ( il suo papà), è nato a Gevrey Chambertin nel lontano 1923 e da poco ha passato la mano al figlio Eric. Ho voluto raccontare una delle aziende simbolo della Borgogna attraverso un’intervista apparsa nel 2009 sulla rivista specializzata Bourgogne aujourd’hui.

Charles Rousseau : vigneron a Gevrey

charles rousseau

Ecco l’intervista tradotta :

Avete 86 anni e qualche millesimo alle vostre spalle. Le condizioni meteo molto propizie del 2009 ( intervista fatta il 19 agosto del 2009) vi ricordano qualche altro millesimo?

Tutte le annate sono diverse, dall’inizio alla fine. I clienti spesso mi chiedono di comparare un millesimo ad un’altro. Ma è impossibile. Non esistono due annate che si somigliano. Ma sapete, non se fanno più di brutte annate!!! Ho conosciuto tempi in cui la metà delle uve avevano la muffa e l’altra metà non era matura. Venticinque anni fa le aziende in cantina avevano tutte il sacco di zucchero, ora non si sa neanche più quando si deve “chapitaliser” una vasca. Tutto è cambiato in profondità e molto velocemente. Prima si facevano due millesimi buoni per decennio allora che oggi tutte le annate sono buone.

Per quale ragione?

I progressi che ci sono stati in viticultura ed in enologia che sono nulla rispetto agli effetti del riscaldamento climatico; le cose stanno precipitando lo sento. Non potete immaginare come il tempo ha cambiato tra oggi e cinquanta anni fa. E’ enorme.

La Borgogna attraversa oggi  una crisi molto severa: Ci sono stati periodi altrettanto duri nel passato?

Onestamento non risentiamo della crisi. I nostri vecchi clienti vengono sempre e prendono le stesse quantità. Ancora una volta le annate sono buone e la gente continua ad acquistare. Circa trent’anni fa un millesimo era buono e l’altro medio; allora sì che si risentiva al piano commerciale anche se il Domaine vende bene i suoi vini da molto tempo. Siamo stati i primi vigneron di Gevrey Chambertin a vendere i nostri vini in bottiglia all’inizio degli anni 20′ e da allora la nostra clientela è fedele.

Perchè vostro padre Armand è andato in quella direzione mentre, allora, pochi vigneron mettevano il vino in bottiglia?

Mio padre era commerciante. Acquistava i vini nel sud della Francia per rivenderli ai bistrots in Borgogna. Ha smesso per non diventare alcolizzato. A quell’epoca la gente beveva vino che era considerato come un alimento, e quando si entrava in un bistrot per fare degustare i propri vini bisognava bere. Ha iniziato dunque ad acquistare vigne che non valevano un granchè. Unm esempio negli anni 20′, la prima vendemmia è stata sufficiente per pagare  l’acquisto di mezzo ettaro in grand cru Charmes Chambertin.Ha sempre continuato a comprare vigne; in seguito anche io ho continuato a comprare e così i miei figli si ritrovano con un domaine che ha 14 etari. Nel corso del tempo la clientela si è moltiplicato ed abbiamo avuto bisogno di più vino ; è un circolo vizioso( lo racconta ridendo)

Voi avete 86 anni, in cosa consisteva il lavoro in vigna  ed in cantina quando avete iniziato?

Negli anni 30′ la vigna non rendeva niente ed allora mio padre  mi spedì al liceo ed all’università a Djion. In quel periodo il mestiere di vigneron era sinonimo di povertà e quando al liceo mi chiedevano la professione dei genitori non rispondevo mai vigneron. I vigneron non guadagnavano niente perchè tutto il margine andava ai negociant che acquistavano il vino all’ingrosso ed in seguito lo rivendevano.

Come ha imparato il mestiere di Vigneron?

Ho avuto la fortuna di avere Renè Engel come professore di enologia. Oggi l’enologia è diventata troppo scientifica, allora Engel era innazitutto un vigneron a Vosne Romanee, prima di essere professore a scuola. Aveva allo stesso tempo scienza e pratica e ho imparato moltissimo da lui

E il lavoro in vigna?

Ho imparato sul terreno insieme a mio padre e tutti facevano così.

Voi avete conosciuto l’arrivo del trattore, dei prodotti chimici e dei fertilizzanti…….

Il primo trattore è arrivato all’azienda nel 1957. Prima si lavorava con il cavallo e ci voleva una persona in più per accudirlo….

Vedere nuovamente dei cavalli nelle vigne vi fa sorridere?

Si e no. Noi ariamo un mezzo ettaro di grand cru chambertin con il cavallo perchè la vigna è molto pericolosa. M non potrà rimpiazzare alcuni mezzi meccanici in tutta la Borgogna

Questa è la prima parte dell’intervista a Charles Roussea, con il quale riviviamo l’ascesa dlle Borgogna con molte analogie con alcune regioni italiane. La seconda parte domani


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