Abbiamo i libri in formato libro, i libri in formato gigante, i mini libri in formato portatile racchiusi in un mini contenitore, abbiamo i drawing books da colorare e le sticker stories da attaccare. Abbiamo ovviamente tutta la collezione di tutti gli episodi in dvd (da usare però con parsimonia) e abbiamo il puzzle con le figure. Quando usciamo di casa e non ci sembra vero di essere finalmente sfuggiti all’ossessione non facciamo in tempo a salire in macchina, che sentiamo la sua voce dal seggiolino (con tono misto tra l’interrogativo e il finalmente mi sono sistemato ecco qua cominciamo) che dice “Charlie and Lola”.
Certo come abbiamo potuto dimenticarlo?
Infatti per non farci mancare proprio niente c’è anche l’audio Cd con le avventure di Charlie and Lola fisso nello stereo della macchina.
Io e A. la nostra au pair, a furia di leggere, colorare, attaccare, guardare, ascoltare sappiamo quasi tutte le storie a memoria tanto che ormai ci siamo indotte a parlare anche tra noi come due bambini di cinque e otto anni e con il loro stesso absolutely, completely, extremely, very super special funny language.
Il santuomo ci guarda non si sa se preoccupato o scoraggiato. Pensa agli Smiths, a London calling, ai Clash, ai Sex Pistol, al Punk, e dice che prima o poi ci rapirà l’Inuit e lo porterà molto lontano da noi e da Charlie and Lola.