Il diritto di esprimere la propria opinione, fosse pure in modo volgare, e di mettere in discussione i tabù, fossero pure maggioritari, è un diritto acquisito della democrazia e pagato molto caro, anche dai giornalisti di Charlie Hebdo. Questa autocensura, questo silenzio, quest’aria di sudditanza, è quindi una regressione epocale.
Magari i giornalisti di Charlie Hebdo avranno la forza di tornare a scrivere e a disegnare come prima. Ma per adesso, i terroristi hanno vinto.
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Charlie Hebdo chiude (per ora). I terroristi hanno vinto.