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Charlie Hebdo, e la differenza fra satira e satira

Creato il 08 gennaio 2015 da Tafanus

Un silenzio durato un giorno intero. Mi scuso, ma sono rimasto turbato, come tutti, dall'eccidio compiuto dai due integralisti a Parigi. Scriverò poche righe, e sono certo che qualcuno giocherà a fraintendere ciò che scriverò. Poche righe con tanti dubbi e pochissime certezze.
CoranoManifestare, e gridare in un megafono "Siamo tutti Charlie Hebdo" è la cosa più facile del mondo, perchè nessuno oserà mai aggiungere "....si, però...". Ma io vorrei lanciare un sasso nello stagno del conformismo, e lanciarlo, qualche "si-ma-però"
Per evitare fin da subito qualsiasi fraintendimento: l'eccidio di Parigi è un'azione ignobile, motivata (si fa per dire) da odio etnico, razziale, religioso. Cioè dal rifiuto di riconoscere ad altri, diversi da noi, il diritto di scegliersi un'etica diversa dalla nostra, un diverso modo di vivere, un diverso Dio. Il diverso colore della pelle è un "dato", non una scelta. E tuttavia molte "guerre etniche" si sono combattute e si combattono "anche" in nome del colore della pelle. "Non sono io che sono razzista, è lui che è negro".
L'integralismo violento va combattuto sempre e comunque, possibilmente senza dimenticare mai il nostro, di integralismo. Da Salvini che adesso gioca a "statista", ma una volta cantava con altri ubbriaconi le canzonacce da osteria sui "napoletani che puzzano", alla violenza dei nostri Tribunali dell'Inquisizione", che non consegnavano i "non osservanti" ai tagliagole, ma ai "fuochisti" che accendevano i roghi. Se devo scegliere, preferisco crepare per un colpo alla nuca o per un taglio secco alla gola, piuttosto che arrostire a fuoco lento.
Quanto sopra non vuole giustificare chi spara raffiche di mitra o taglia le gole, e nemmeno una validazione della legge del taglione con un ritardino di secoli, ma vuole "ricordare di ricordarci", quando parliamo dell'integralismo altrui, di non dimenticare il nostro, per quanto "datato".
Le manifestazioni con "matite issate" le condivido? Dipende... Se la matita come raffigurazione della libertà di stampa serve a difendere la libertà di pensiero, siamo in un contesto. Se serve a pubblicare vignette inutilmente offensive e ad alimentare un incendio già bello vivo di suo, le condivido molto meno. Qualcuno mi deve spiegare l'utilità di una vignetta - vista su Charlie Hebdo - che ipotizza rapporti sessuali di Maometto con una testa di maiale. Non mi fa ridere, e se fossi un credente islamico mi farebbe incazzare. Vignette così - e su Charlie ce ne sono a decine, non trasmettono messaggi: trasudano blasfemia, e forniscono alibi all'estremismo islamico.
TrinitàQuali sono i confini fra satira e blasfemia? Secondo me, sono da ricercare border line fra vignette che trasmettono telegraficamente messaggi (ellekappa, Altan, Marassi, Staino e decine di altri vignettisti intelligenti), e vignette che servono solo a vendere  "la roba", e ad alimentare l'odio.

Di grazia: quale "messaggio" trasmette una vignetta che ipotizza rapporti sessuali fra Maometto e un maiale? E qual è il profondo significato di una vignetta che "recita": "Il Corano è Merda"?  Qualcuno me lo spieghi, perchè da solo non ci arrivo. E questo mio non arrivarci non giustifica dodici morti. Esattamente come (troppi se ne sono dimenticati) la t-shirt di Calderoli, che riprende una vignetta oscena pubblicata in Norvegia, ha "generato" 17 morti in Nord-Africa.
Qualcuno ha scomodato, per l'occasione, l'abusato aforisma attribuito a Voltaire: "Non condivido il tuo pensiero, ma sono pronto a morire per difendere la tua libertà di esprimerlo". E allora ripeto: qual è il pensiero sottostante a "Il Corano è Merda"? Tranquillizzo tutti: non sono islamico, non sono cattolico, non sono niente. Sono ateo. Eppure non mi sognerei mai di dire o scrivere che il Corano e/o la Bibbia sono "merda".
E veniamo all'ultimo punto: i Servizi Segreti francesi hanno dato una prova di assoluta inefficienza sia "prima" (i presunti assassini erano noti da tempo, ed avevano conosciuto le patrie galere), sia "dopo" (..."li abbiamo circondati, sono stati arrestati, anzi no, li abbiamo "localizzati", sono a Reims, sono a Parigi, sono dappertutto). Ma questo non giustifica la critica per il fatto che solo il direttore avesse una scorta. Se io domani dovessi impazzire, e mi mettessi a scrivere che il Corano è merda, non potrei che ricevere qualche minaccia, ma non potrei pretendere di avere una scorta armata, che costa decine di migliaia di euro al mese, solo perchè scrivere cretinate mi diverte, mi rende popolare, aumentano le visite ad un sito, o le vendite di un giornale in edicola.
Satira? andiamoci paino. Fra satira e insulto corre la stessa differenza abissale che corre fra foto d'arte di nudi, e giornaletti di hard-porno. No, non mischiamo tutto in un polpettone. "Cuore" era satira, "Le Canard Encheiné" era satira, tante "prime" di "Charlie Hebdo" che ho esplorato oggi non lo sono. E' vero. Era "prevedibile" che Charlie potesse essere un obiettivo. Non è automatico il fatto che essendo Charlie "un obiettivo", tutti coloro che lavorano per Charlie DEBBANO avere una scorta. Il direttore di Charlie non era Falcone, non era Borsellino, che erano minacciati perchè svolgevano egregiamente il loro rischiosissimo lavoro. Purtroppo - è ciò che penso conoscendo quel giornale - Charlie ha buttato per anni benzina sul fuoco. Per un ideale? Mi sfugge quale sia, visto che faceva anche vignette su Ratzinger e i suoi eventuali rapporti con le guardie svizzere. Ho come un'impressione - con tutto il rispetto che si deve ai morti - che a Charlie Hebdo non si lavorasse per un'idea o un'ideale, ma  si lavorasse "per la ditta". Niente di male. Molti lavorano "per una ditta", ma non tutte le ditte pretendono di scegliere cosa produrre, sotto scorta dello Stato.  

Tafanus

1001/0615/1800

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