Charlotte fredda di uva e yogurt.

Da Marisa

Ingredienti: per 6 persone

zucchero g 350
frutti di bosco g 150
burro g 125
pera, a dadini, g 100
cioccolato fondente g 60
farina g 60
yogurt greco g 60
2 uova
essenza di vaniglia
burro e zucchero per gli stampini
sale

La charlotte è un tipo di dessert composto da una crema bavarese che viene circondata da una corona di savoiardi e ricoperta da una guarnitura il cui ingrediente principale specifica il nome di tutta la preparazione (come ad esempio charlotte alle fragole, charlotte al cioccolato, charlotte di mele, eccetera).


Preparazione: 30’

  • Fate sciogliere a bagnomaria il burro mescolato con il cioccolato tagliuzzato, poi lasciate raffreddare.
  • Montate e uova con g 250 di zucchero e, quando il composto sarà gonfio e spumoso, unite il cioccolato fuso, lo yogurt, poche gocce di essenza di vaniglia, la farina setacciata, un pizzico di sale.
  • Quindi distribuite l'impasto in 12 stampini da muffin, già ben imburrati e spolverizzati di zucchero.
  • Aggiungete i dadini di pera, equamente divisi, quindi passate gli stampini in forno a 180° per 25' circa.
  • Intanto frullate i frutti di bosco insieme con lo zucchero rimasto (g 100), ottenendo una salsina.
  • Sformate gli stampini nel piatto da portata su un velo di salsina.
  • Servite gli sformatini tiepidi con il resto della salsina a parte.

Quanto nutre una porzione: 309 calorie.

Vino consigliato: Moscato di Pantelleria liquoroso.


Il Moscato di Pantelleria è un vino a DOC. che può essere prodotto esclusivamente nell'Isola di Pantelleria in provincia di Trapani.
Il Moscato di Pantelleria (sinonimo Zibibbo) è prodotto con la cultivar Moscato d'Alessandria, come tutti i moscati ha aromi tipici di moscato, dovuti principalmente a alcuni terpeni, di cui il linalolo è in questo vino il maggior rappresentante; se ne può avere un'idea anche masticando l'uva Italia e ponendo attenzione all'aroma retrolfattivo che si sprigiona.
Capo Zebib sembra sia il luogo di origine, di fronte Pantelleria in Africa, che rimanda ad un'importazione araba. Le fonti, a tal proposito, sono il Mendolia. Altre fonti, il Salomon, individuano l'origine in Alessandria d'Egitto da dove il nome di Moscato d'Alessandria.
Il Cupani per primo cita lo Zibibbo di Sicilia nell'anno 1696, ma c'era chi molto prima sottolineava il fatto che gli arabi chiamassero tale tipo di vite Zibibi. Il Nicosia vede nel M.d'A. una varietà di vite ideale per le pergole (1735).
Se nell'Ottocento lo Zibibbo era diffuso a Pantelleria fu di certo il Novecento a sancire l'exploit infatti è di questo periodo una produzione di poco inferiore agli 80.000 q.li di uva e poco meno di 15.000 hl di vino moscato (Scarponi). Tale cultivar tuttora continua ad essere la prima nella realizzazione di nuovi impianti.
È un vino da servire ad una temperatura di 10-12 gradi in bicchieri a tulipano medio piccoli ed è preferibile abbinarlo a formaggi erborinati accompagnati da confetture ottenute dal medesimo vino o dolci da forno, paste di mandorla, cannolo siciliano, cassata siciliana e anche gelati al pistacchio o alla ricotta; abbinamento più ardito può essere con il foie gras.

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