Iniziamo la settimana di ChartaMente tornando sui dati ADS del mese di dicembre 2015 con un grafico che “scorpora” le cifre relative alla voce “totale pagata” che la società che certifica in italia la vendita e la diffusione della stampa divide nelle due categorie “totale vendita” e “abbonamenti pagati”.
In pratica le copie vendute nelle edicole (vendute, quindi resi esclusi) e gli abbonamenti non gratuiti. Per maggiore chiarezza, e per capire notevoli differenze tra testata e testata, è opportuno riportare nel dettaglio cosa ADS intende esattamente per “abbonamenti pagati” [tutte le diverse definizioni comunque le trovate qui]: «il totale delle copie spedite in modo continuativo a singoli destinatari, sottoscrittori o beneficiari dell’abbonamento pagato, che devono avere una durata minima di:1 mese per i quotidiani; 2 mesi per i bisettimanali, i settimanali ed i quindicinali; 3 numeri per i mensili e per le pubblicazioni con periodicità superiore al mese. Vengono considerate come “abbonamento a pagamento” anche le copie ordinate e pagate da aziende o enti che forniscono all’editore l’elenco dei nominativi cui inviare la testata, sempre che la durata dell’abbonamento rispecchi la durata minima sopra indicata».
L’Italia non è paese per abbonati, lo sappaimo (di sicuro non per quanto riguarda i lettori di quotidiani), ma sorprende comunque che il peso degli abbonamenti, sul totale delle copie pagate, delle due maggiori testate italiane non raggiunga l’1%. Più precisamente:0,99% per Corsera e 0,69% per Repubblica. Percentuali completamente diverse per Avvenire 83,57% (ovvero 111.628 abbonamenti pagati, di gran lunga il più alto in assoluto) il Sole (27,81%) e Dolomiten 83,82%.
Le tre chart riportano quindi la somma della voce Totale pagata divisa nelle due categorie totale vendita e abbonamenti pagati e poi, per maggior chiarezza nella lettura, i primi trenta quotidiani rispettivamente per queste due categorie .
ADS quotidiani: totale vendita e abbonamenti pagati dicembre 2015Create bar charts