Hideo Nakata è una delle menti cinematografiche più geniali di questi ultimi anni, non ho alcun dubbio.
Ed il suo ultimo Chatroom (in Italia col misterioso sottotitolo di I segreti della mente) è un concentrato di sorprese visive e psicologiche.
William crea una stanza di chat virtuale e la chiama Chelsea Teens!
In pochi minuti entrano a curiosare altri quattro ragazzi e la stanza diventa un luogo in cui scambiarsi i propri segreti più intimi, le proprie difficoltà.
E tutti e cinque i protagonisti ne hanno da vendere perchè Amy è oppressa dalla madre, Eva vive in un mondo di fashion più finto della chat stessa, Mo si è innamorato di una bambina di 11 anni ed è terrorizzato dall’idea di essere pedofilo e Jim va avanti ad antidepressivi e non un amico che sia uno.
Nella chat i cinque discutono e William sembra dare buoni consigli per uscire dai vari problemi.
Solo che questi consigli non sono così perfetti come sembrerebbero e forse William ha un secondo fine.
Qual è la sua storia? perchè fa tutto questo?
L’inizio del film è splendido con Aaron Johnson che percorre un lungo corridoio e sceglie una porta su cui non c’è scritto niente.
La personificazione reale della chatroom virtuale.
Questo corridoio è però vecchio, mal curato, le pareti sono scrostate e c’è una luce strana.
Solo quando si entra nelle stanze queste sono arredate col gusto e la fantasia di chi le ha create.
Il fatto è questo non è solo l’inizio.
Nakata porta aventi l’intero film nel doppio spazio reale e online personificato ed il risultato è eccezionale.
Il mondo virtuale è colorato e brillante, quello reale decisamente grigio e opaco.
Poi però, man mano che si rivela il marcio ecco che anche il mondo virtuale inizia ad opacizzarsi e la fotografia si scurisce in maniera evidente.
Il continuo entrare ed uscire da questo mondo irreale è la cifra principale del film (splendida la chicca con il tentativo del vecchio pedofilo di entrare nella stanza) ma funziona molto bene anche la vicenda in quanto tale.
Aaron Johnson e Matthew Beard danno vita con abilità ai due ragazzi più problematici del film, ma anche Imogen Poots, Hannah Murray e Daniel Kaluuya ci regalano interpretazioni davvero apprezzabili.
E molto ci sarebbe da dire anche a livello psicologico, la debolezza dei protagonisti, il tentativo di rifugiarsi in un mondo virtuale (anche se non mi sembra un attacco diretto di Nakata al mondo delle chat) e cosa vogliamo dire del fatto che la riscossa parte grazie a quello dei cinque che è forse il personaggio più malvisto dalla società attuale?
(e su questo punto non approfondisco e vi lascio al film)
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