"L'arte di mettere le parole una dietro l'altra"
Oggi riflettevo sul fatto che l'Ottobre di quest'anno c'è stato il quarto compleanno di Combinazione Casuale. Un "evento" che non festeggio da ormai un paio d'anni, ma che questo 2015 di grandi cambiamenti, di grande crisi (personale e non), di dolori e piccole soddisfazioni mi ha portato a vedere sotto una nuova/vecchia luce. E allora mi sono ricordato un po' del motivo per cui, nel 2011, decisi di aprire questo blog, degli intenti in parte dimenticati.
Perché Combinazione Casuale, tanti anni fa, era il nome di una rivista universitaria che quattro studenti di Lettere e Filosofia fondarono e portarono avanti per un anno con l'intento non solo di creare una fanzine letteraria, ma di dare spazio alle voci di aspiranti scrittori, fotografi, artisti. Aspiranti forze creatrici di cui, nel nostro piccolo -anzi, piccolissimo-, volevamo amplificare la voce. Lo sapevamo che in un microcosmo come quello universitario (sopra)vivevano forze creatrici e desiderio di leggere, osservare, ascoltare o conoscere. Con la rivista pensammo non solo a far sentire le nostre voci ma provammo a far sentire quelle degli altri, pubblicando racconti e poesie, proponendo collaborazioni, dando spazio e la possibilità a chiunque volesse cimentarsi di farsi sentire.
Un po' di anni dopo ho tentato di infondere parte di quello spirito in un blog e non penso di esserci riuscito. O almeno, credo di aver dimenticato parte di questi intenti facendo sentire, di voce, quasi esclusivamente la mia. Che vale poco, quanto un bisbiglio. Resto convinto invece che tanti bisbigli, insieme, possano aver l'intensità di un urlo.
Per questo, in questa quinta stagione di Combinazione Casuale, vorrei ribadire la mia apertura verso chiunque volesse usare questo blog come piattaforma per farsi sentire. Da pochi, da pochissimi, ma di meglio non posso fare. Se scrivete, se avete un blog, se fate musica o fotografia, cinema o arte, se avete un sito e avete voglia di essere ospitati qui o di collaborare "alla pari", potete tranquillamente scrivermi ([email protected] o [email protected]) e io prenderò in considerazione la vostra voce come il nessuno che sono, in base semplicemente ai miei gusti.
Per quanto riguarda invece chi ha posto alla mia attenzione un suo lavoro o una sua idea, vi prometto che al più presto me ne occuperò e vi farò sapere, sono in imperdonabile ritardo ma non mi sono dimenticato.
Intanto, un saluto ai miei vecchi amici Gianpaolo, Dario e Michele, con cui ho condiviso questa bellissima esperienza, circa dieci anni fa.