Ne ha parlato Mother Jones - storico magazine della sinistra statunitense - in un articolo di Dana Liebelson, in cui si spiega quanto fin qui conosciuto del piano e si specifica che gran parte è stata finora «classificata» e segretata.
Secondo il programma governativo, lo switch off si potrebbe rendere necessario in caso di guerra, o, in tempo di pace, nel caso di un attacco terroristico. Funzionalmente sembrerebbe abbastanza facile - stando a quel che si dice, più facile rispetto alle vie di terra, dove ci sono migliaia di gestori - perché le società che controllano il wi-fi si appoggiano tutte sulle reti dei grossi colossi come AT&T e Verizon. E il governo sarebbe già in contatto con le società: nel 2006, l'amministrazione Bush avrebbe stipulato un accordo segreto con i giganti delle telecomunicazioni.
Nonostante Mother Jones alluda sottilmente a qualcosa di simile a quello che fece Mubarak durante le proteste in Egitto, ci sarebbe la completa - e ovvia (?) - legalità dell'operazione, legata anche ad alcuni precedenti. Nel 1918, durante la Prima Guerra Mondiale, una risoluzione congiunta del Congresso ha autorizzato il presidente ad assumere il controllo dei sistemi telegrafici statunitensi e il loro funzionamento. Nel 1934, il presidente Franklin D. Roosevelt ha firmato il Communications Act, che decretò: «Su proclamazione del Presidente in caso di guerra o minaccia di guerra, o di uno stato di pericolo pubblico o di calamità o altra emergenza nazionale, o al fine di preservare la neutralità degli Stati Uniti, il presidente, se lo ritiene necessario, nell'interesse della sicurezza nazionale o alla difesa, può sospendere o modificare il segnale radio e i servizi di telefonia», il che significa che comunque non è chiaro se questo potrebbe applicarsi a un servizio internet.
Ci sono stati anche casi più recenti, in cui sono stati inoltrati ordini di sospensione delle comunicazioni. Nel 2005 a seguito degli attentati di Londra, furono disabilitate le reti cellulare in quattro grandi gallerie di New York. Inoltre, durante la cerimonia di inaugurazione della presidenza Obama, nel 2009, l'Fbi avrebbe utilizzato dispositivi per bloccare i telefoni cellulari, al fine di evitare possibili detonazioni - i detonatori a distanza, sono spesso collegati a telefoni cellulari e innescano la carica alla risposta automatica o alla ricezione di un sms. Anche nel 2010 a San Francisco è stato tagliato il servizio cellulare in quattro stazioni della Rapid Transit Bay Area per diverse ore con lo scopo di prevenire una protesta - legata alla controversa uccisione da parte della polizia di un senzatetto.
Le polemiche girano molto dietro all'aspetto che apre quest'ultima vicenda: il rischio, anche in questo caso come nel Datagate, è che il blocco delle linee venga utilizzato non soltanto per ragioni di sicurezza, ma come limitazione della libertà e controllo. E come sempre in casi del genere, sono i fondamenti della democrazia a entrare in discussione. David Jacobs di EPIC - Electronic Privacy Information Center - è arrivato addirittura a chiedersi come «il kill switch off possa essere coerente con il Primo emendamento della Costituzione americana». (Il primo emendamento è quello che garantisce la terzietà della legge e tra le altre cose, la libertà di parola e stampa).
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