Che cos'è l'amor?
Creato il 16 marzo 2012 da Aspassoconblue
@AspassoconBlue
A trentacinque anni non si ha più voglia di mediare. Non si
accettano compromessi, non che si ammettessero prima, ma ora più che mai si
hanno le idee chiare su ciò che si vuole ma soprattutto su ciò che non si
vuole. È inutile perdere tempo sperando che al secondo appuntamento le cose
migliorino, tendenzialmente peggiorano. Ma se proprio vogliamo dare una seconda
possibilità allora è il caso di pensarci bene perché, alcune volte, potremmo
rimanerci molto male.
Anche il
sentimento dell'innamoramento sembra avvertire i ritmi frenetici della
modernità. “Pare, infatti, che per innamorarsi basti appena un quinto di
secondo e quando succede si ha lo stesso sentimento di euforia che si prova
quando si assume cocaina”. Al cuor non si
comanda, ma in realtà l'amore è un sentimento scientifico legato al cervello più di quanto non si pensi. Quando
ci si innamora ci sono ben 12 aree cerebrali che lavorano in toto per
rilasciare sostanze chimiche che danno l'euforia (dopamina, ossitocina e
adrenalina). Se siamo state graziate dal colpo di fulmine ma comunque al
rientro da una cena con un uomo abbiamo le farfalle allo stomaco allora
attenzione, il nostro termometro amoroso potrebbe in meno di venti giorni
trasformare un semplice appuntamento in una vera tortura di piacere mista a
sofferenza; l’Amore.
Che cos’è l’amor? Capossela ha scritto chiedilo al vento. Secondo
Aristofane anticamente eravamo uniti e lo struggimento per quella perduta unità
e il desiderio di ritrovarla si chiama amore. Beethoven tenta di spiegarlo alla
sua amata immortale in una lettera datata 7 luglio 1812, dove si dichiara
eternamente tuo e Oscar Wilde sconta due anni di lavori forzati per aver
scritto frasi come: “possa io vivere per
toccare le tue mani e i tuoi capelli” nelle lettere di adorazione ad Alfred
Douglas. Per Baudelaire “…e tanto più t'amo quanto più mi fuggi…” ai giorni
nostri, Gramellini scrive “l’amore non ha un perché, l’amore è il perché”. E
per noi contemporanei esseri umani in una società dominata dalla comunicazione
via internet, con Facebook, Messenger e i tanto utilizzati Sms, che cos’è
l’amore? Ma soprattutto scriviamo ancora lettere, imprimiamo i nostri
sentimenti su carte color paglierino profumate di Patchouly o incitiamo il
postino a far presto a consegnare la busta perché arrivi il prima possibile in
buchetta a chi l’abbiamo spedita? La risposta è molto semplice ma cela una
sorta di speranza in un ritorno alla semplicità e alla scrittura che si stacca
dalla nostra abitudine quotidiana, certo l’sms è più sbrigativo, più diretto,
più veloce ma non esprime interamente i palpiti del nostro cuore, ci compare su
uno schermo freddo a caratteri piccolissimi e anche se inseriamo le tanto
acclamate Emoticons con cuoricini rossi non ha quel calore ardente e
appassionato che esprime la parola scritta su carta, inviata a mezzo posta o
appoggiata timidamente sul comodino perché al risveglio venga letta dalla
persona che vorremmo accanto.
In questo momento la nostra
società mette a dura prova questo impulso tanto ricercato dimostrandoci di essere
incapaci di amare e metterci in gioco e facendoci vivere nella continua
disintegrazione dei sentimenti, rendendoci automi in preda a bulimia affettiva.
Risulta che ognuno rimane disperatamente solo, perso nelle proprie insicurezze,
cercando di consumare subito una passione come fosse un oggetto. Un amore
definito da Bauman, liquido, in quanto scorre,
si consuma e si scioglie in un lasso di tempo talmente veloce che quasi
fatichiamo a rendercene conto.
Ma torniamo a noi. Dopo aver
capito che l’amore,
oltre ad essere scientifico, è anche un sentimento che
coinvolge tutti, ecco cosa mi attanaglia stanotte. Vale la pena o no dare una
seconda possibilità a una persona che ti piace intellettualmente ma che
dimostra chiaramente di non conoscere l’ABC del comportamento da tenere con una
donna? Mi spiego. Cosa fareste se trovaste un uomo che stuzzica il vostro celebro con tutti gli argomenti che
amate, cucina compresa. Un uomo che parla di antropologia, filosofia, arte,
letteratura, un uomo che sa cucinare le
frittelle di fiori di Zucca e leggere un piatto paragonandovi a una ricetta immorale di Montalban, uno che
sa la differenza tra Jung e Freud e magari ci mette pure Lacan. Come reagireste
se enunciando la frase “fantastico questo non-luogo” lui rispondesse: “ in
effetti, Augè, è un genio ad averli definiti cosi” e se parlando di Chef Stellati
lui vi tirasse fuori dal cappello un bel: “sarebbe carino andare a mangiare dal
trentatreenne Rene Redzepi”?. Come vi
comportereste di fronte a due occhioni nocciola (colore che non amo
particolarmente, ma che correlati di profondità risultano stupendi) che vi
guardano con interesse mentre argomentate su cose super impegnate e lui non fa
una piega e non da segni di ignoranza?.
Io personalmente
rimarrei spiazzata. Ma probabilmente rimarrei ancora più spiazzata dal fatto che
al primo appuntamento, invitandovi a cena, lui non toccasse cibo, non desse
cenno di avere fame e al finale, dopo due bicchieri di vino gustato con
bramosia, il conto lo dividesse alla romana con voi. E adesso che si fa?
Non so non ho ancora
pensato alla risposta. TO BE CONTINUED…
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