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Stabilità – La legge di stabilità è ormai stata approvata. Questo maxiemendamento, aiutato, in un certo qual modo, dalla decisione del governo di porre la fiducia, ha superato il “check-in” del Senato con 171 voti favorevoli. Il testo recepisce il lavoro di tre settimane della Commissione Bilancio e, come afferma il sottosegretario, Giovanni Legnini, la manovra prevede un ”nuovo sistema di garanzie pubbliche per l’accesso al credito delle Pmi, la concentrazione della riduzione delle imposte sul lavoro per i redditi sotto i 32 mila euro, l’aumento del fondo per la non autosufficienza, il ripristino delle risorse per l’autotrasporto, la costituzione di un fondo di contrasto alla povertà finanziato con il prelievo sulle pensioni d’oro, interventi per le calamità naturali finanziati in parte con i fondi tagliati ai partiti, l’eliminazione degli interessi di mora sulle cartelle Equitalia arretrate, la riscrittura delle norme sulla fiscalità locale immobiliare che consentirà di esentare o pagare meno sulla prima casa e aumentare le detrazioni per gli immobili produttivi”.
Tasse – Dopo l’approvazione della suddetta legge si è delineato però un nuovo scenario delle tasse sulla casa. Infatti tra le novità del testo che l’esecutivo ha rigorosamente blindato rientra anche la tassa IUC che sostituirà l’IMU e che allontanerà l’ipotesi di una nuova Trise (il nuovo tributo che avrebbe dovuto riunire, a partire dal 2014, la tassa sui rifiuti, Tari,e la nuova tassa sui servizi indivisibili, Tasi).
Che cos’è – La IUC, Imposta Unica Comunale, è un pacchetto di tasse che potrebbe essere definito, una vera e propria, service tax che incamererà tre differenti tributi:
- una parte patrimoniale, corrispondente all’IMU;
- una parte relativa ai servizi indivisibili, la Tasi;
- una parte relativa allo smaltimento dei rifiuti, la Tari.
Le prime case, a eccezione di case di lusso, ville e castelli, ovvero quei fabbricati che rientrano nelle categorie catastali A1, A8 e A9, non pagheranno l’IMU, ma dovranno invece corrispondere la Tari, commisurata ai metri quadri dell’immobile o ai rifiuti prodotti, e la Tasi, cioè i servizi indivisibili che vanno dalla pubblica illuminazione, alll’anagrafe o alla manutenzione delle strade. Questa componente (la Tasi) dovrà essere pagata sia dai proprietari che dagli occupanti degli immobili, come gli inquilini. La Tari, invece, sarà quella componente che andrà a sostituire la Tares e servirà per la gestione dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani.
In conclusione – Rimane veramente poco da dire. In questo articolo della mia rubrica pseudo settimanale, “Cos’è? Ve lo spiego io“, ho voluto, mantengo sempre gli aspetti caratteristici di questa rubrica, ovvero la semplicità e l’intuitività, riassumere questa nuova “supposta” per i contribuenti italiani. Il governo per far passare questo emendamento, come sempre, ha posto la fiducia, ovvero ha ricattato indirettamente il “Palazzo” per raggiungere il suo obiettivo. Forse ce lo chiede l’Europa, forse siamo pressati dalla Troika, ma non è possibile che chi ne deve fare le spese siano i cittadini italiani. Attualmente abbiamo assolutissimamente bisogno di un governo forte. Un governo con gli attributi. Insomma, non abbiamo bisogno di un eseguitivo che tutt’ora cincischi sulla questione IMU ma abbiamo l’assoluta necessità di un governo che riprenda le redini del nostro paese.
Fonti: statoquotidiano.it, ilfattoquotidiano.it, avorincasa.it, ilgiornale.it