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Che cos’è la cosa in cime alle scale?

Creato il 11 maggio 2012 da Cannibal Kid
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Che cos’è la cosa in cime alle scale?

"Il regista ha contattato prima Ford di Cannibal? Spaventoso..."

La cosa in cima alle scale (cortometraggio, Italia 2011) Regia: Michele Torbidoni Cast: Gianluca D’Ercole, Luigi Moretti, Gaia Benassi, Alberto Valletta, Tiberio Fiori, Andrea Toccaceli Genere: teso Se ti piace guarda anche: Poltergeist, The Innkeepers, Amarcord
C’è una cosa in cima alle scale. Una cosa spaventosa. Una cosa che ti paralizza e non ti permette di salire. Una cosa che ti blocca e ti fa rimanere per sempre giù. Fino a che non troverai il coraggio di mettere i piedi sui gradini, salirli uno dopo l’altro e scoprire di cosa si tratta. E di cosa si tratta?

Che cos’è la cosa in cime alle scale?

"Eh, sì. Davvero pazzesco!"

La cosa in cima alle scale è un cortometraggio presentato in vari festival internazionali (NYC Winter Film Festival, Green Bay Film Festival, Foggia Film Festival, Skepto Independent Film Festival, Cagliari, Hill County Film Festival, Madrid International Film Festival ed è il fresco vincitore del "Best Narrative Short Award" al Logan Film Festival nello Utah) ed è stato già recensito da altri colleghi blogger come Robydick, Cinemagnolie e Mr. James Ford (e al proposito, mi considero fortemente offeso perché è stato contattato prima Ford di me ahahah). Come genere potremmo collocarlo a metà strada tra horror e fantascienza, ma sarebbe limitativo. La cosa in cima alle scale è una “cosa” sì fantahorror, ma è anche una storia dai forti risvolti esistenziali. Oltre che un cortometraggio costruito con grande sapienza sulla tensione, i cui meccanismi sono orchestrati con grande cura, come nei film del nuovo fenomeno horror Ti West, in cui nella prima parte ci si concentra sulle psicologie dei personaggi e sembra non succedere nulla. Fino a che non succede… qualcosa. Più che paura, questa misteriosa cosa in cima alle scale crea infatti tensione. Il finale è costruito in maniera davvero magistrale, con un crescendo epico davvero notevole e visivamente molto ben realizzato, seppure con mezzi presumibilmente low-budget. Il regista Michele Torbidoni in questo dimostra una dote rara, soprattutto per il cinema italiano, soprattutto per il recente quasi inesistente cinema horror italiano: saper creare l’attesa.

Che cos’è la cosa in cime alle scale?

"Torbidoni, sei bravo come regista, però la prossima volta Cannibal Kid
dev'essere il primo ad essere chiamato, okay?"

La sceneggiatura racconta una vicenda piuttosto semplice. È la storia di un uomo che perde un volo aereo e allora effettua un altro tipo di viaggio. Un viaggio nella memoria, compiuto nella casa dei genitori, quella in cui è cresciuto, con una madre amorevole e un padre parecchio meno amorevole. Un viaggio all’indietro che ha echi nel cinema fantascientifico alla Ritorno al futuro o negli horror 80s alla Poltergeist, dichiarati modelli di riferimento per il regista, ma che a me ha ricordato anche… Federico Fellini. Una sorta di Amarcord giocato sul versante horror, se mi permettete il mio solito esagerato (ma nemmeno troppo) paragone di turno, costruito con un immaginario tutto personale che vanta, tra gli altri elementi, Enzo Tortora, campanellini delle bici e apparizioni da Comic-Con. Pur rivolto al cinema del passato, lo sguardo di Torbidoni riesce a risultare comunque estremamente moderno e ha  stile visivo più vicino ai britannici Misfits che non alle solite produzioni italiane. A stupire in positivo è anche l’attore protagonista, Gianluca D’Ercole, convincente molto più di parecchi attorucoli che infestano la scena cinematografica/televisiva nostrana, mentre il bambino che appare misteriosamente nel corto è meno odioso della media di bimbi inquietanti presenti di solito nelle pellicole horror post-Haley Joel Osment. Nota di merito, infine, pure per la cura nella fotografia e nel sonoro.
A questo punto sarebbe davvero interessante vedere il Torbidoni dentro il turbine di una macchina produttiva di un lungometraggio. Se sulla distanza breve può essere (relativamente) più facile tenere alta la tensione, chissà se alle prese con un viaggio più lungo i risultati potrebbero essere altrettanto validi. Io una scommessa su questo promettente autore la farei, se fossi un producer cinematograficon. Ma purtroppo per il mio conto in banca, e purtroppo pure per Michele Torbidoni, non lo sono. (voto 7+/10)
In attesa di una distribuzione italiana ufficiale, ecco a voi una clip dal cortometraggio, mentre QUI potete trovare i posti in cui è già stato proiettato e quelli in cui poterlo vedere prossimamente.

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