La fatidica domanda a cui nessuna donna sa mai rispondere, e che getta il panico su quello che sarebbe stato un altrimenti tranquillo weekend di solito tran tran.
Un’amica ti invita al suo matrimonio? Strage, tragedia, infinito sconforto… che cosa mi metto?
Si, perché in questo caso il guardaroba non è mai d’aiuto (o all’altezza), e se da un lato la risposta prevede lo stanziare di un budget miliardario ed interminabili e affaticanti giri per boutique, negozi specializzati in abiti da cerimonia e milioni, ma che dico milioni, miliardi di negozi di scarpe per trovare il perfetto abbinamento, dall’altro lato… da qualche parte bisogna pure cominciare.
BISOGNA SAPERE cosa mettersi addosso ad un matrimonio.
Il Galateo, il maledetto, aiuta solamente supermodelle e giovinette anoressiche, e getta noi ragazze normali, quelle un po’ in carne, quelle “bruttine” quelle che non sono abituate a portare gonna e tacchi alti nello sconforto e nella crisi più totale. Esattamente dove sono io, invitata al matrimonio di un’amica il prossimo luglio.
E io li odio i matrimoni.
E’ una triste verità che non ha senso nascondere: per quanto voglia bene agli amici che mi hanno invitata e a quelli che saranno presenti e che tenteranno di allietare la mia giornata, io già lo so che odierò il caldo che mi farà gonfiare i piedi se sarà caldo, e il freddo che mi farà piangere se sarà freddo o piovoso, odierò le scarpe che metterò perché dopo meno di un’ora si trasformeranno da quella poesia di tacchi alti in trappole mortali e strumenti di tortura. Odierò l’abito che, per quanto ben scelto, mi farà sentire goffa e troppo scoperta, odierò le mie gambe che stanno bene solo nei jeans (e nemmeno in tutti i modelli), odierò la mia figura che mi sembrerà sparare in ogni direzione, odierò le guaine se dovrò metterle e le calze velate (richieste dall’etichetta) e odierò il modo in cui il vestito mi cadrà e la pochette troppo piccola per quello che ci devo mettere dentro. Odierò il sagrato della chiesa che mi rovinerà il tacco delle amate scarpe (sarò ancora nella fase in cui non si sono trasformate in trappole mortali) e così via.
Per questi e altri motivi sono già in crisi nera a più di 6 mesi dalla data fatidica. Tormentata dalla domanda: che cosa mi metto per questo matrimonio?
Per la sposa è facile, sapete,
lei deve solo sognare e desiderare, e il resto è fatto.
Voglio dire: non si deve neanche scegliere il colore.. o preoccupare che qualcuna salti fuori vestita come lei.. che pacchia!
Idem per le damigelle: è la sposa che decide.
E lo stesso vale per i paffuti angioletti che porteranno le fedi, terranno il velo, o faranno semplicemente bella mostra di sé come in un catalogo di Burberry Kids…
O per i maschietti: la loro unica preoccupazione è sapere esattamente in quale momento potranno liberarsi di giacca e cravatta e gettarsi nella mischia
Ma noi sfigatissime, normalissime invitate, amiche degli sposi, che cosa ci mettiamo??
Noi che non abbiamo la taglia 38, o gambe chilometriche, che stiamo male con il giallo limone e con il verde acido, che i tenui colori primaverili ci sbattono e l’abbronzatura non ci tiene nei punti giusti (Gambe e decolletè) con la giusta tonalità nemmeno dopo 1 mese all’equatore…
Noi, che cosa cavolo ci mettiamo per questo benedetto matrimonio?!
Il Galateo ci condanna: e dice inesorabilmente gonna, non troppo corta, non troppo attillata, a scelta fra i colori tenui della palette primaverile/estiva. Stando ben lontane dal bianco.
E da troppi sbirluccichii (quindi sono bandite le paillettes, a meno che non si tratti di una cerimonia molto formale di sera, ma anche da gioielli troppo vistosi e fuori luogo).
La gonna lunga si può indossare solo per i matrimoni serali che prevedono una cena formale, ma sarebbero da evitare di giorno: meglio optare per una longuette appena sotto al ginocchio (che sennò più lunga fa “nonna venuta dalla campagna). Personalmente vi dico che, adorando gli abiti dalla linea vintage (gli unici secondo me in grado di mascherare i piccoli difetti e al tempo stesso valorizzare le giuste curve), sceglierei senza indugio una linea anni 60, con vita sottolineata dalla svasatura della gonna (magari lievemente a ruota, che sogno!).
Sarebbe meglio evitare il nero (in mia opinione: anche se è molto elegante, il nero d’estate suvvia… non siamo funerei!): piuttosto, giochiamo sulle trasparenze (Velate, non esagerate), sui tessuti, sulle fantasie a fiori (anche qui senza esagerare) e sui colori caldi e allegri.
Personalmente, non potendo permettermi un vero vintage d’autore, il mio sogno sarebbe “accontentarmi” di un ”anonimo” abito color mauve/prugna, o magari giallo limone! Colori che adoro!
Linee semplici e diritte sono sempre linee vincenti… e se siete indecise, optate per i colori neutri ma sempre eleganti come il cipria, il grigio tortora (ma solo se avete la carnagione adatta!) e un beige scaldato da tonalità dorate (ma evitate l’oro!)
Ma soprattutto vi prego, vi supplico, di evitare COME LA PESTE le esagerazioni. Tipo certi orrori in stile profondo sud (america) che farebbero svenire la sposa a suon di balze pizzi e ricami
o consegna degli oscar… in fondo, è il giorno della vostra amica, non il vostro!
Dobbiamo indossare le calze, velate se il matrimonio è estivo, ma in ogni caso sarebbe meglio evitare la gamba nuda.
Coordinare con una minuscola pochette (no a quelle grandi, capienti, comode borse che ci piacciono tanto e in cui possiamo infilare il necessario per sopravvivere ad un matrimonio: golfini e stole per i momenti “freschi” della giornata, ballerine o scarpe basse di ricambio per quando non sopporteremo più le meravigliose e costosissime scarpe scelte per l’occasione, e una trousse a 4 piani di prodotti e cosmetici atti a mantenere l’abilmente costruita facciata di stucco e impalcature che sarà diventata la nostra faccia dopo il trattamento “trucco e parrucco” – che durerà meno di due ore e forse non sopravviverà nemmeno alla chiesa).
Una volta superato lo scoglio “abito” vi sembra tutta in discesa? E’ qui che vi sbagliate… perché si apre il capitolo SCARPE:
Dudun- dudun- dudun-
dudundudundudun… vi sembra di sentirla? La musichetta dello squalo? Ecco: questo è esattamente lo stato d’animo con cui dovrete affrontare la scelta delle scarpe: cautamente come se steste per gettarvi in acque infestate dagli squali. E con la consapevolezza che, qualsiasi scelta facciate (di stile, di apparente comodità, di compromesso), non si rivelerà mai, dico MAI la scelta giusta.
Dopo un paio d’ore arrampicate su tacchi impossibili, o anche su zeppe – che sembrano comode ma fanno invariabilmente sciattume -finirete per odiare le vostre scarpe. Desidererete di staccarvi i piedi a morsi, dito per dito, pur di non sentirli più pulsare, pungere, gridare, piangere e strepitare. E quelle scarpe che vi hanno causato tanto dolore (trattenuto dietro a un falso sorriso di circostanza) una volta a casa finiranno scaraventate nel più buio e remoto angolo dell’armadio e non le indosserete mai più.
come il vestito, del resto, poiché ai matrimoni non ci si veste mai uguale due volte, e quando vi ricapita un’occasione di sfoggiare un vestito da cerimonia? Solo ai matrimoni… è un serpente che si morde la coda.
Il mio consiglio? Scendete ad un compromesso con il vestito, restate su linee semplici e confortevoli ma, se ve la sentite, con le scarpe OSATE!
Toglietevi uno sfizio, siate persino spiritose e pazze…
Tanto, finirete per odiarle in ogni caso..
E ve lo dice una che, se potesse, ci andrebbe in babbucce (o con le galosce, se piovve)
Abbigliato corpo e piedi, occupate le mani (con la clutch dalle misure miserrime di cui parlavamo poc’anzi), resta slo un argomento di cui parlare: trucco e parrucco.
Anche in questo caso, l’unico imperativo da seguire è: fatela SEMPLICE.
Che si svolga di mattina, mezzogiorno, pomeriggio o sera, la cerimonia richiede un velo di trucco, leggerissimo, nei toni pastello o nude possibilmente. Assolutamente vietati da decoro e bon ton colori vivaci (anche se intonati al vestito, sbizzarritevi all’addio al nubilato, ma quel giorno lasciateli a casa!) e/o brillantinati e appariscenti.
Per quanto riguarda il capello, sapete meglio di me che si cono una varietà infinita di opportunità con cui agghindarsi, nessuna troppo, o troppo poco per noi. Diciamo che un bel raccolto che lascia le spalle scoperte è particolarmente indicato, non solo per la stagione calda: dona sempre un tono chic e curato, purchè il vostro viso (e la lunghezza dei vostri capelli) lo permetta.
Largo a chignon e acconciature attorcigliate, annodate (poco) elaborate e fantasiose, purchè sempre nei limiti del buongusto.
Lasciamo a casa (o alle damigelle sotto i 5 anni) le coroncine di fiori e i cerchietti da bamboccetta (appunto).
Lasciamo il velo alle spose.. E se anche la cerimonia lo richiede per orario o eleganza, per l’amor di dio..
Per quanto sia forte la tentazione…
O “spiritoso” il dress code richiesto dall’occasione (e dalla sposa)
lasciamo i cappelli da vecchia babbiona alle…vecchie babbione, appunto! O alle regine madri inglesi.
Loro almeno li sanno portare.
Infine, un ultimo consiglio.. nato dalle ore e ore di navigazione alla ricerca disperata di una ispirazione (e di un vestito che non costi un patrimonio): sui siti specializzati in abiti da cerimonia ho visto cose che voi umani… ecco, appunto: DA CERIMONIA non significa automaticamente ADATTI PER UN MATRIMONIO.
Le cerimonie sono anche quelle di laurea, i funerali, le premiazioni tipo Oscar, Leoni d’Oro e compagnia bella, i balli delle debuttanti… e voi non siete: laureande, parenti del morto, la Paltrow, Keira o un’altra anoressica star di Hollywood, e nemmeno una Sweet Sixteen-ager.
La sagra del “mi vesto come a uno di quei balli scolastici americani a cui ho sempre desiderato partecipare”… anche no.