che cosa succede in una società nella quale ci siano troppi individui di sesso maschile? O nella quale improvvisamente irrompino orde di uomini soli? Se lo sono chiesti in un saggio dal profilo un po’ provocatorio Valerie Hudson e Andrea M. den Boer, la prima riconosciuta esperta in questioni di politica globale (insegna alla Brigham Young University). Il libro s’intitola Bare Branches, Rami spogli, così come vengono chiamati in Cina i nuovi single, effetto imprevisto delle politiche demografiche perseguite nei decenni scorsi dal governo di Beijing, che ha drammaticamente ridotto il numero delle femmine. Al punto che in Cina (il fenomeno riguarda in misura minore anche l’India) ci sono 130 maschi per ogni cento donne, con la prospettiva non certo esaltante di una futura, possibile emigrazione «per andare in cerca di una donna». Ma la sproporzione si acuisce nel fenomeno delle migrazioni economiche e per sfuggire alla guerra che hanno investito negli ultimi anni l’Europa: sia perché a scappare sono in primis i ragazzi, sia perché spesso è più facile che siano i maschi a sopravvivere alla durezza dei viaggi e delle condizioni di vita. Così che, scrivono gli autori, l’aspetto «cruciale della crisi dei migranti è stato largamente sottovalutato: il sesso. O meglio, il rapporto statistico tra maschi e femmine. Una percentuale sproporzionata dei migranti sono uomini giovani, non sposati e non fidanzati». Nel saggio si sostiene che siano maschi «il 66,26 per cento dei migranti registrati in Italia e Grecia. E il 90 per cento dei minorenni». Dei richiedenti asilo in Svezia, il 71 per cento sono maschi, nota anche un editoriale sul New York Times che cita il saggio e l’esito che la Hudson prevede come ineluttabile: «Ci saranno 11,3 maschi per ogni ragazza». Squilibri che non mancheranno di alterare «drammaticamente», osserva la Hudson, «e per i decenni a venire, il bilanciamento tra i sessi nei paesi europei».
tutto l’articolo qui
Sorgente: Orde di maschi soli: il rischio “ignorato” – IlGiornale.it