Ci sono giorni in cui ti alzi la mattina e non ti sopporti. Abitare dentro i limiti della tua pelle in quei momenti risulta scomodo come una scarpa due numeri più piccola. In quei giorni io non finisco mai di levare, devo arrivare al minimo indispensabile ma socialmente accettabile. Fuori fa ancora freddo ma dentro i caloriferi fanno lievitare il cattivo umore come pasta per la pizza, danno la sensazione di una realtà fasulla anche se piacevole, e mentre cerco una maglietta bianca di cottone penso che se avessi delle protesi in silicone in quei momenti me le toglierei a morsi, così come mi son fatta togliere la contenzione che avrebbe dovuto mantenere i miei denti allineati, evvia, liberi tutti!.
"Che cosa vuole una donna?" si chiese Freud sei anni prima di morire, e Lacan si mise in coda per rispondere con in mano il suo taccuino, dove tentava di contenere in formule che parlavano di fantasmi e desiderio, l'indomabile natura dell'essere umano.
È facile oggi trovarsi consigli come "Amati, sorridi, sii felice, vivi il presente, sii grato", servono come tamponare con cotton fioc una ferita sanguinante lunga e larga tante vite. Le domande da fare non ci stanno nei post it: che cosa vuoi? chi sei? quali sono le tue caratteristiche? quali tue particolarità ti danno gioia nascosta e colpevole? di che cosa ti vergogni? di fronte a chi? per chi vorresti essere migliore? da dove hai preso quei parametri sul Bene? Domande che se le appiccichi sulla porta del frigo magari ti tolgono la fame.
In quelle giornate lì un sensore molto raffinato scatena un inferno di sirene e di disaggio quando rileva qualcosa che non mi appartiene: uno smalto colorato, una frase convenevole, una scarpa col tacco, un sentir addormentato, una preoccupazione troppo borghese. E ogni tanto mi capita di guardarmi rispecchiata negli occhi sereni e profondi di una donna indigena, dai capelli lunghi e quasi tutti bianchi, il viso segnato di rughe profonde racconta una antica bellezza, che ha partorito e visto la morte più di una volta, e con le sue mani abili, forti e oneste prende le mie e mi dice: "Guardati negli occhi, sii sfacciata, e raccontati la verità che ti farà libera, solo così si manifesterà la tua magia"