Mi sono data ai fiori di Bach. Conoscete? Un'amica mi ha prestato un libro sull'argomento, il cui sunto è stato immediatamente miniaturizzato e da allora viaggia nella mia borsa a mò di talismano.
Ho scoperto di avere almeno 37 delle 38 variazioni umorali descritte. Sono andata avanti una buona mezz'ora a sottolineare ogni singola voce nel repertorio dei sintomi: " Ce l'ho, ce l'ho, ce l'ho. Ah, questa poi, sono proprio io! ".
Alla p di panico ero appanicata più per questo che per altro.
Sono andata da una professionista. Ho raccontato ad una perfetta sconociuta cose che normalmente evito di raccontare anche a me stessa. Ma, a ripensarci bene, è stato proprio il fatto che fosse una sconosciuta a facilitare il mio sfogo.
Sono uscita brandendo una boccetta che pareva più una fiaschetta. Tipo quella dei cani San Bernardo. Ma tant'è, e vi saprò dire.
Sarà che settembre è un mese tanto bello quanto complicato. Sarà che la Marmocchia, a volte, sa davvero mettermi a dura prova. Saranno i progetti, i sogni, le tabelle di marcia da rispettare. Le situazioni che tanto desidero vivere... e poi quando son lì vorrei solo sparire. Sarà quel che sarà, ma qui urgeva un aiuto e aiuto è stato.
Come si dice, ammettere di avere un problema è già un ottimo punto di partenza. E allora io riparto da qui. Dall'ammettere che essere mamma è tante cose, ma anche un semplice dato di fatto. Hai un figlio? Sei un genitore. Questo è.
Anche le volte che non ti va. Anche le volte che non vorresti badare nemmeno alla polvere che lenta, ma inesorabile, si accatasta sulle mensole di casa. Silenziosa e senza pretese. Non hai voglia di stare dietro a lei, figuriamoci ad un marmocchio che ha una media di sei richieste ogni trenta secondi. E capita, eh. No dico, capita.
È che nella vita di una mamma ci sono cose che non si possono mettere in attesa. Tipo le richieste degli esserini sotto il metro d'altezza. Allora io vado di fiori di Bach e poi vedremo.
Trovo che non ci sia niente di male nell'alzare la mano e dire " Ehilà, ho bisogno d'aiuto ". Perché mi sento stanca. A volte sopraffatta. Troppo spesso spaventata e nervosa. E vorrei solo rimettermi a dormire e riprovarci il mese prossimo.
Dopotutto, meglio alzare la mano che il gomito, no?
Detto questo, avete ancora tempo fino a venerdì 21 alle ore 23.59 per dare un nome all'ottavo nano e provare a vincere una delle fiabe interattive della Jekolab. Siate fantasiosi, fatemi ridere (veramente ci state riuscendo alla grande) e sarete premiati!