Gottlieb Eliel Saarinen (1873 – 1950), architetto
Ritorniamo all’inizio. Era il 22 di giugno del 2009, primo pomeriggio. Chiusi i seggi iniziava il conteggio dei voti per eleggere il sindaco di Fidenza. Verso le 17 i giochi erano fatti: il candidato del Partito Democratico, Enrico Montanari, veniva sconfitto dal civico Mario Cantini in coalizione con il centro-destra.
Vorrei ricordarlo ai distratti, tutti presi dalle loro miserie: il Pdl di Fidenza, sin dall’inizio di questa avventura politico-amministrativa, si è assunto la responsabilità di guidare, insieme alla lista civica di Mario Cantini, alla Lega e all'Udc, prima una vincente campagna elettorale, poi l'amministrazione comunale.
Questa responsabilità il Pdl di Fidenza - come gli altri alleati di coalizione - se l’è assunta anche nelle scelte difficili, come, ad esempio, quella legata al rinnovo degli incarichi dirigenziali che il Pdl, con i suoi assessori, voleva azzerare e cambiare a partire dal dirigente dell'urbanistica. Fu scelta difficile e tormentata, alla fine, in accordo con i vertici provinciali del Pdl, prevalse l'idea che Parigi val bene una Messa, e tutti i dirigenti furono riconfermati.
Da quel tempo, sono passati oltre tre anni, nelle ristrettezze di un bilancio comunale si è governato diminuendo il debito ereditato e compiendo scelte politiche ed amministrative che stanno favorendo un percorso virtuoso senza intaccare la qualità dei servizi, in alcuni casi migliorandoli.Questo il contesto amministrativo. Al contrario, il panorama politico-partitico è desolante. A partire da Parma per finire a Salsomaggiore, la perdita di credibilità dei partiti tradizionali è sotto gli occhi di tutti .
In questo quadro, assume un valore fondamentale recuperare alla politica quel cambiamento da tutti invocato ma da quasi nessuno praticato.
A livello locale c'è il civismo, le liste civiche, una visione della politica più a diretto contatto con i cittadini, altra rispetto al sistema dei partiti e alle loro politiche di parte, non contro i partiti. Il civismo non è né ideologico né di parte, ma realista e si propone di unire gli abitanti di una collettività attorno ai valori positivi individuali o associati, aggregando chi vuol dare una mano per raggiungere obiettivi comuni.
In questo momento storico, il passaggio fondamentale, che definisce la vera sostanza delle cose, è una visione di politica del territorio che riesca ad aggregare in nome di un sentire comune.
Ma non basta.
Occorre una organizzazione agile, capace di comunicare un progetto di gestione e governo del territorio (la rete, nel caso, può essere utilissima, ma va supportata con una vera presenza fisica sul territorio).
Il vecchio “sistema dei partiti” si basava essenzialmente su due elementi fondamentali: programma e organizzazione.
Se quindi la visione della politica deve essere altra rispetto a questo sistema, sarà in questi elementi che tale differenza si dovrà esprimere.
In base a questa seppure semplicistica visione, l’unico elemento da cui si può ripartire per costruire politica, è l’organizzazione sul territorio e un programma condiviso dai confini larghi, che riesca a sfondare i vecchi steccati ideologici per poi ritrovarsi nello scegliere e nel fare.
Operativamente, occorrerebbe una specie di Stati Generali dove confrontare, mettere in discussione organizzazione e programmi, partendo dalle scelte strutturali che riguardano la qualità dei servizi che l'amministrazione pubblica mette in campo per rispondere alle esigenze ed ai bisogni dei cittadini tutti, a partire dai più deboli, con un occhio attento ad uno sviluppo compatibile con la tutela del territorio, cercando nel contempo di far quadrare i bilanci, senza aumentare tariffe e accise ma risparmiando sulle spese, come farebbe un buon padre di famiglia in un periodo di crisi.
Sarà il caso di ragionarci sopra. Ora. (cp) http://feeds.feedburner.com/BlogFidentino-CronacheMarziane