“Voglio tornare nella NBA la prossima stagione, e aiutare una squadra che mi vuole, in qualsiasi modo loro ritengono che io possa essere utile. Sono deluso e devo ai miei fans qualcosa in più di quello che hanno nelle ultime due stagioni. Ora che la mia famiglia è sana e solida come una roccia, posso concentrarmi completamente su quello che riesco a fare meglio! In campo, voglio insegnare ai ragazzi più giovani quello che serve per avere successo nella vita. Dentro e fuori dal campo di basket”.
Nelle ultime due stagioni, Iverson ha deluso, prima tra Denver e Detroit, poi, lo scorso anno, nella comparsata di Memphis e nel ritorno a Phila. Per uno che viaggia ad oltre 26 punti di media in carriera, nelle ultime due annate è sempre stato sotto i 20 (17 ai Pistons, 12 ai Grizzlies ma in sole tre gare, e 14 ai Sixers), ma anche il minutaggio si è avvicinato ai 30 minuti di media dopo una carriera oltre i 40. L’età passa anche per il folletto di Hampton, un giocatore che si ama o si odia. E credetemi, meglio la prima…
AI non ha alcuna intenzione di smettere, è ancora convinto di poter fare la differenza: il talento non manca anche se a 35 anni il primo passo bruciante e l’irresistibile muoversi senza sosta per il parquet si sono affievoliti. Comunque sta lavorando, e duramente, per essere in perfetta forma all’inizio della nuova stagione. Difficile dire dove possa andare a giocare: contratto e soldi non centrano. Quello che spaventa coach e franchigie sono l’esuberante personalità di Iverson, il suo ruolo centrale, il suo bisogno di tiri e la abilità nel condizionare tutto l’ambiente che lo circonda.
Chi ne ha bisogno? Sixers a parte (dove i fans darebbero credo dei soldi pur di vederlo ancora in maglia Philadelphia….), i Bobcats sembrano una corretta destinazione. Per la presenza di coach Larry Brown, il “suo” coach, per la mancanza di un regista dopo la partenza di Felton e perchè serve una figura che possa avvicinare la squadra alla città di Charlotte, sempre troppo legata alla pallacanestro collegiale (butala via con Duke, North Carolina e le altre….). I rumors parlano anche di Atlanta (la città dove AI vive la maggior parte dell’anno) e di Toronto (dove finalmente ci sarebbe una vera star dai tempi di Carter), ma queste ipotesi appaiono poco percorribili per la composizione dei due roster.
Oltre a Charlotte, ci sono altre due ipotesi piuttosto credibili: Cleveland e Knicks. Dopo la partenza di LeBron James, i Cavs sono senza un leader e Iverson potrebbe essere quella guida che manca in campo ma soprattutto quella star carismatica che potrebbe mantenere una buona fetta di pubblico alla Quicken Loans Arena. E così si parlerebbe ancora di Cleveland per qualche motivo, altrimenti tornerebbe ad essere semplicemente “The mistake on the lake”. Per i Knicks potrebbe essere un’addizione importante: AI fu già vicino a New York prima di tornare a Phila e il proprietario Dolan ci potrebbe riprovare. Persi i top free agent, la squadra manca di un leader, di una figura trascinante (il Gallo puo’ diventarlo….) e Iverson potrebbe essere la risposta giusta al quesito. Inoltre il suo stile di gioco sembra adatto al corri e tira di D’Antoni, potrebbe formare una buona coppia con Stoudemire e diverrebbe da subito il nuovo idolo del Madison.