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Che gioco puffoso! - Recensione - PS3

Creato il 13 agosto 2013 da Intrattenimento

Non poteva non accompagnare l'uscita in sala del nuovo film dedicato ai Puffi l'ennesimo tie-in: WayForward Technologies ha fatto centro?

Scrivere questa recensione è stato veramente doloroso. Le ragioni sono principalmente due: primo, ci sono i Puffi. Ora, non fraintendeteci, noi adoriamo i Puffi. Tutti i bambini di tutte le età adorano i Puffi. Come si fa a non amare le creaturine blu di Peyo? Come si fa a dimenticare la canzoncina di Cristina d'Avena?

Che gioco puffoso!
Non si può, neanche quando si cresce e la vita mette in gabbia il fanciullo che c'è in noi: è lì, chiuso, ma continua a cantare che i Puffi son così, sono tutti blu. Però i Puffi sono anche l'ennesima vittima di un trend cinematografico che da qualche anno si diverte a violentare gli eroi della nostra infanzia, trasformandoli in orrendi film in computer grafica. E in questo gioco ci sono i Puffi, ma sono quelli del terribile sequel di un film che era già mediocre di per se, nonostante la presenza di Neil Patrick Harris (insomma, anche Barney Stinson ha i suoi limiti). E quello è il primo motivo. Il secondo motivo è che I Puffi 2 è semplicemente un gioco brutto. Così, tanto per essere sintetici.

Tutti pazzi per Puffetta

Il gioco segue vagamente la storia del film omonimo, che vede i Puffi alle prese con una nuova crisi: Puffetta, convinta che al villaggio nessuno la voglia più per chissà quale motivo idiota, scappa via e finisce in una trappola di Gargamella. Il vecchio stregone interpretato dal povero Hank Azaria ha creato due Puffi grigiastri e "cattivi", i Monelli, e ha intenzione di scoprire la formula dell'essenza di Puffo per fabbricarsi la propria riserva personale di magia. I veri Puffi, che come devi poveri scemi a Puffetta stavano preparando una festa di compleanno a sorpresa, sono quindi costretti a intervenire per salvarla, affrontando una serie di livelli pieni di flora e fauna corrotta dai poteri di Gargamella.

Che gioco puffoso!
Dalla foresta a Parigi, il gioco sostanzialmente racconta la storia in modo piuttosto schizzato e confusionario, al punto che un bambino avrebbe difficoltà a capire cosa stia succedendo senza aver prima visto il film (o letto la trama su Wikipedia). Il gioco, d'altra parte, è così semplice e lineare che vien da chiedersi se gli sviluppatori di WayForward Technologies si siano mai guardati intorno, ultimamente: in un mondo dove per il decimo compleanno i ragazzini vogliono il nuovo iPhone o l'ultima iterazione di Call of Duty, dubitiamo che qualcuno sia interessato a un platform in cui si possono completare i livelli semplicemente tenendo inclinata la levetta direzionale verso destra. Saltare ovviamente si può - del resto, è un platform - ma per quanto possa sembrare un controsenso, in alcuni livelli non è neppure necessario. I pochi nemici che talvolta ci sbarrano la strada possono essere sconfitti saltandogli in testa o persino aggirati attraverso i poteri dei Puffi che potremo controllare: il Grande Puffo paralizza i nemici, Tontolone li colpisce con una scivolata, Coraggioso rompe i massi e via dicendo. Abilità che tuttavia potrebbero anche non esserci, tanto limitata è la loro importanza; d'altra parte, alcuni bonus segreti sono accessibili soltanto dopo aver completato il livello o dopo aver sconfitto un boss e sbloccato il Puffo che teneva imprigionato e che ci permetterà di raggiungere quel determinato segreto. Di fatto, I Puffi 2 obbliga i più pignoli a rigiocare ogni livello più volte, cercando disperatamente di aumentare la sua risibile longevità in un modo un po' bieco.
Che gioco puffoso!

Bambini, non cretini!

Che poi, ne I Puffi 2 non si muore neppure: provate a immaginare il trauma che avrebbero vissuto quei poveri bambini se, dopo aver visto in televisione una nuova puntata di Dragon Ball, avessero visto morire un piccolo Puffo blu, trucidato da un rospo o un orso polare. L'unica sfida è rappresentata dai boss di fine mondo, che richiedono un minimo di attività cerebrale in più del solito visto che devono essere combattuti in modo particolare. L'idea che ci si fa dopo qualche minuto è che nulla di quello che si fa ne I Puffi 2 ha davvero senso. A che serve collezionare le monetine sparse nei livelli? Dopo aver sconfitto un certo numero di nemici si attiva il potenziamento Puffo Blu che raddoppia il numero di monetine raccolte ma... a quale pro? Anche perché se un nemico ci colpisce le perdiamo tutte, come in Sonic... E poi, a che serve ripopolare il villaggio dei Puffi e visitarlo, se non c'è modo di interagire con nessun abitante? Pensato per un divertissement per bambini veramente, ma veramente piccoli, I Puffi 2 non ha nemmeno la decenza di essere esteticamente piacevole. Lo sviluppatore ha optato per una discutibile via di mezzo tra prerendering e poligoni, con risultati tutt'altro che eccezionali.

Che gioco puffoso!
L'aspetto generale è colorato e piacevole, finché non ci si muove e ci si rende conto del numero risicato di animazioni e della loro lentezza. Non ci sono dei cali di frame-rate... l'intero gioco sembra a rallentatore. I fondali, così poco animati da sembrare statici, appaiono staccati dal primo piano in cui si svolge l'azione, ma il peggio arriva quando ci si imbatte nei boss: mostri più grossi del normale che, in proporzione, sembrano uscire da un gioco di due generazioni fa, e si permettono pure di ruttare. Birba, in particolare, è imbarazzante. Il tutto è incorniciato da musichette assolutamente ripetitive, punteggiate da una manciata di frasi ripetuta continuamente dal Puffo di turno con irritante frequenza, alla quale si alterna la mitica canzoncina dei Puffi per tutta la durata del bonus Puffo Blu, solo che dopo averla sentita per la quarta o quinta volta in cinque minuti viene anche un po' voglia di puffarsi le vene.

Si potrebbe dire che I Puffi 2 è un gioco per i più piccini (molti dei quali oggi sono molto più svegli di quanto non fossimo noi alla loro età) ma come si fa a giustificare cose come il level design da encefalogramma piatto, l'imprecisione delle collisioni e il disastroso comparto tecnico, colorato e nulla di più? Il fatto che il target siano i bambini e che il gioco costi poco non significa che se ne possa approfittare. Da uno sviluppatore brillante come WayForward Technologies ci aspettavamo molto di più, anche se il gioco è soltanto il tie-in tremendo del solito sequel bruttissimo di un altro mito rovinato.

Christian La Via Colli
Christian La Via Colli
@C_Colli

Pro

  • Ai più piccoli potrebbe piacere...
  • ...magari perché si può giocare anche in quattro...
  • ...soprattutto se sono autolesionisti

Contro

  • Tecnicamente è un pasticcio incredibile
  • Gameplay e difficoltà a prova di ameba
  • Bug e insensatezze a profusione

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