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Che Male C’è?: il Giallo Realista di Ugo Mazzotta

Creato il 09 maggio 2014 da Dietrolequinte @DlqMagazine

Loredana Aiello 

Cagliari, mercoledì 28 settembre, via Pasquale Paoli, 30. Un uomo denuncia una sparatoria all’interno di una concessionaria. In tal modo iniziano le indagini di Andrea Prisco, vice questore di polizia, da poco trasferito in Sardegna, dal precedente commissariato detto “la Bella Napoli” a Rocca di San Severo in Abruzzo (un’immaginaria valle appenninica) nel quale ricopriva il ruolo di commissario. Che male c’è? è l’ultimo romanzo, pubblicato da Todaro Editore, dello scrittore napoletano, nonché medico legale, Ugo Mazzotta. Dopo l’esordio letterario nel 2002 con Commissariato di polizia – La Bella Napoli, primo di tanti volumi dedicati alle indagini di Prisco, Mazzotta ripropone ancora una volta un caso che vede come protagonista l’ormai vice questore. Il suo trasferimento in Sardegna e la sua promozione hanno però il sapore di una punizione: da commissario aveva denunciato un poliziotto che si era reso colpevole del massacro di uno studente a Genova e a cui il Ministero dell’Interno stava tentando di coprire le spalle dislocandolo alla Bella Napoli. Il ligio comportamento di Prisco se da un punto di vista pubblico gli aveva procurato un avanzamento di carriera, da un altro gli aveva attirato le attenzioni negative di alcuni colleghi e funzionari interni che avevano inteso le sue azioni come un tradimento. La sparatoria di via Paoli aveva provocato la morte di un uomo, Sandro Deiana, proprietario della concessionaria, e il ferimento di un altro, Maurizio Melis, amico di Deiana e proprietario di un negozio di elettronica. A scoprire il sanguinoso scenario era stato Eduardo Loi, fidanzato di Alberta Corona, segretaria di Deiana, attirato dalla saracinesca semiaperta della concessionaria dopo l’orario di chiusura. Andrea Prisco dovrà svolgere le proprie indagini partendo da queste premesse e confrontandosi con i delicati equilibri che regolano il commissariato e la procura: un perverso “gioco dei ruoli” nel quale si muovono l’ispettore Carta, il magistrato Silvia Congiu e il procuratore capo Perruzzi. A rendere più complicata la vicenda è l’oppressivo sguardo puntato su Prisco da parte di presenze misteriose, reso graficamente da Mazzotta tramite l’uso straniante dello stampatello, espediente già usato da Jeff Lindsay con il corsivo in Dexter l’oscuro (Dexter in the Dark – 2007), la cui resa, in questo contesto, risulta decisamente più efficace perché riesce a render noto da subito al lettore che si tratta di nemici del vice questore.

Che Male C’è?: il Giallo Realista di Ugo Mazzotta

Il libro si presenta diviso in giorni: da mercoledì 28 settembre a martedì 15 novembre (l’anno è il 2011 come facilmente rintracciabile tramite l’uso di un calendario digitale), poco meno di due mesi per un totale di quattordici giorni/capitoli. Rigorosa non è soltanto la scansione temporale; la stessa architettura del romanzo è studiata nei minimi dettagli. Ugo Mazzotta predilige essere un narratore “mimetizzato”. Il suo è un giallo costruito in terza persona, i personaggi non sono mai presentati in maniera tradizionale e, spesso, prima di capire chi sia il soggetto bisogna aspettare qualche rigo. Per certi versi e con modalità che la rendono molto attuale, la scrittura di Mazzotta sembra riprendere quelli che sono stati i dettami del verismo verghiano. Il suo stile “impersonale” è velato da un’impostazione scientifica che sicuramente non sarà estranea ai suoi studi e al suo mestiere: il suo linguaggio, e di riflesso quello dei protagonisti del racconto, è burocratico, medico, volgare o dialettale, a seconda del contesto socioeconomico che si affronta di volta in volta. I pensieri dei personaggi sono espressi esclusivamente attraverso il «discorso vissuto» (Erlebte Rede), in altre parole lo “stile indiretto libero”. Mazzotta descrive con meticolosa precisione la scenografia sarda che fa da sfondo all’intricata vicenda, soffermandosi sui nomi delle vie e delle piazze, su infiniti dettagli che riguardano il mobilio degli interni o il vestiario. Tutto questo senza mai adagiarsi su immagini poetiche o sentimentali. L’unica similitudine, vagamente immaginosa o poetica, è: «Aveva dita lunghe e sottili che davano alle sue mani l’aspetto di elegantissimi ragni bianchi». Colpisce come un fulmine a ciel sereno in un contesto prosastico, ma, essendo riferita al procuratore capo Perruzzi, è facile intravederne l’ambivalente allusione. Il protagonista, il dottor Prisco, uomo solitario e di intelligenza sottile, riesce a capire immediatamente la race, le milieu, le moment delle persone che lo circondano e le loro dinamiche interpersonali. Tuttavia, nel suo essere un ottimo osservatore, è privo di intuito ed intelligenza emotiva per ciò che lo coinvolge più da vicino. Umano, troppo umano. Nulla è come sembra, tutti infrangono il ruolo che si sono ritagliati nel contesto lavorativo, nella società e più in generale nel mondo. Che male c’è? è un ottimo giallo poliziesco costruito con rigore scientifico e analitico, ma proprio per questo non si presta ad una lettura agevole, da “ombrellone”: esige attenzione ed accuratezza.

Che Male C’è?: il Giallo Realista di Ugo Mazzotta

     

     

     


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