Se fossi un allenatore sportivo sarei il primo a farmi questa domanda.
Oggi vorrei fare un esempio sulla fiducia dell’atleta in se stesso e su come un mental coach può aiutare l’allenatore di uno sport di squadra.
Ma perché si dovrebbe lavorare sulla fiducia dell’atleta in se stesso? Quale contributo può ricevere l’atleta dall’autostima?
Se fossi un allenatore sportivo sarei il primo a farmi questa domanda.
Oggi vorrei fare un esempio sulla fiducia dell’atleta in se stesso e su come un mental coach può aiutare l’allenatore di uno sport di squadra.
Ma perché si dovrebbe lavorare sulla fiducia dell’atleta in se stesso? Quale contributo può ricevere l’atleta dall’autostima?
Le risposte si possono trovare in aneddoti di famosi allenatori (Rick Pitino, Success is a choice: ten steps to overachieving in business e sport life), in esperienze personali o, come a me piace fare, nelle brevi ironiche favole sugli animali di Esopo. Eccone una.
Una lepre si divertiva a prendere in giro una tartaruga per la sua lentezza: “Sei così lenta che le pecore contano te prima di addormentarsi!” La tartaruga sopportava sempre o quasi quegli scherzi, finché un giorno, davanti agli altri animali, perse la pazienza. “Dato che pensi di essere così veloce, ti sfido a fare una gara con me” disse la tartaruga. “Non puoi dirlo seriamente! Non c’è alcuna possibilità che una lenta come te mi possa battere”. Sentenziò la lepre.
Venne il giorno della gara e tutti gli animali assistettero. La volpe fu nominata il giudice e dette il via alla corsa. La lepre partì veloce e distanziò la tartaruga di molti metri.
Il vantaggio era tale che la lepre decise di fermarsi a riposare. Il sole le metteva addosso una certa sonnolenza. “Sono così avanti ” penso la lepre, “che ho tutto il tempo di fare un pisolino prima di finire la gara”. Nel frattempo la tartaruga non si scoraggiò e non venne meno al suo obiettivo. Continuò correre faticosamente fino a superare la lepre appisolata. Le grida del pubblico svegliarono la lepre che si rimise a correre il più velocemente possibile. Ma ormai era troppo tardi e la tartaruga vinse la gara fra gli applausi degli altri animali.
Morale: non vi sono due atleti uguali, ma ognuno ha qualità utili alla squadra.
Come dice Rick Pitino, lavorando sulla fiducia in se stessi si possono ottenere grandi risultati.
Il Mental Coach può aiutare l’allenatore ad alimentare la fiducia degli atleti in se stessi e a far dare alla squadra quel qualcosa in più che anche una lenta tartaruga può dare facendo leva sui suoi punti di forza.
Se vuoi saperne di più sui punti di forza di una tartaruga, puoi chiedere a Esopo. O ad un Mental Coach.