«L'idea di un posto fisso per tutta la vita? Che monotonia!».
Mario Monti nell'intervista a Matrix.
Di questo passo cosa ci dobbiamo aspettare dai tecnici?
Riposarsi il sabato? Che banalità ..
Fare la pausa pranzo? Che spreco di tempo ...
Ma come funziona: chi la spara più grossa la vince?
Nell'Italia di oggi chi perde il posto fa fatica a trovarne un altro, chi si affaccia al mondo del lavoro si trova di fronte contratti con la scadenza sopra, chi studia all'università è pure costretto a lavorare per pagare le tasse e l'alloggio (in nero, magari) e questi ci ridono pure sopra?
Perchè non togliamo il posto fisso a chi sta dentro il palazzo?
Agli sprechi nel parlamento, nelle regioni, nelle provincie (che non verranno mai tagliate) e nei comuni?
Perchè non propone al parlamento una bella legge sulla responsabilità giuridica dei partiti (alla luce del caso Lusi, che si è rubato 13 milioni di fondi pubblici del partito della Margherita)?
Che monotonia: dopo Tremonti, Marchionne, Berlusconi e Sacconi un altro che parla il loro stesso linguaggio?
L'articolo di Travaglio sul Fatto dove si parla della proposta di legge sui partiti:
Da oggi, sul sito del Fatto, raccogliamo firme per proporre una legge analoga anche in Italia, basata sui seguenti principi.
1. I rimborsi elettorali non possono superare un tetto massimo e devono essere erogati solo ai partiti che totalizzino almeno l’1% dei voti validi e solo a fronte di fatture che documentino le spese effettivamente sostenute in ogni campagna elettorale.
2. I partiti possono ricevere finanziamenti da imprese o soggetti privati (non da società pubbliche o miste), purché li registrino a bilancio e li dichiarino sui siti delle Camere quando superano la soglia dei 5 mila euro l’anno (quella vigente prima del colpo di spugna del 2006, che la elevò addirittura a 50 mila).
3. Chi riceve contributi da aziende pubbliche o miste di qualsiasi importo, oppure da aziende o soggetti privati superiori ai 5 mila euro senza denunciarli, commette reato di finanziamento illecito (punito con pene severe e carcere vero). Ma incorre anche in sanzioni amministrative (affidate non più all’autodichiarazione delle Camere, ma alla Corte dei conti o alla Consulta): per il singolo parlamentare, la decadenza dal mandato e l’ineleggibilità perpetua; per il partito, che risponde per responsabilità oggettiva per gli amministratori infedeli, una multa fino al doppio dell’ultimo rimborso e la perdita di quello per la campagna successiva. In queste ultime sanzioni incorrono i partiti che violano le regole di democrazia e trasparenza interna. Chi è d’accordo può firmare la nostra proposta sul sito
www.ilfattoquotidiano.it ?