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La doppia ora si ha quando le ore e i minuti sono uguali. Toh, le 23:23, per fare un esempio concreto che possono capire tutti. Secondo il personaggio di Filippo Timi, quando ti capita di vedere un’ora del genere devi esprimere un desiderio, come quando vedi una stella cometa. La tipa interpretata da Ksenia Rappoport a quel punto gli chiede: “E si avverano?”“Certo che no,” fa lui.
È un po' di questo che parla il film. Di desideri che non si avverano.
È un momento positivo, per il cinema italiano. Non parlo tanto in senso generale. Parlo semplicemente del mio rapporto personale con il cinema italico. Dopo La prima cosa è bella e L’uomo che verrà, La doppia ora sigla ora una tripletta per me storica. A differenza di quelle altre due ottime pellicole, La doppia ora non va però a scavare nella memoria e nell’essenza dell’essere italiani, bensì è un thriller con venature paranormali molto ma molto internazionale. Non a caso, nel mercato di Cannes ha trovato in questi giorni una distribuzione americana. Probabilmente non farà sfracelli al botteghino, ma almeno dimostrerà al pubblico globale che il cinema italiano non è solo quello delle infinite commedie famigliari. E chissà che poi a Hollywood non pensino anche a un remake: La terza ora?
Riguardo alla trama preverisco non svelarvi nulla. Vi dico solo che nella primissima scena c’è una tizia che guarda Canale 5 nella sua camera d’albergo. Poco dopo si getta dalla finestra. Questo è l’unico momento della pellicola che ho previsto; d’altronde, quando si guarda la programmazione della Mediaset ammiraglia non si può che pensare al suicidio…Tutto il resto è imprevedibile. Meravigliosamente imprevedibile. Si passa dalla storia d’amore tra due anime perdute che si uniscono, al poliziesco, a un intereccio incasinato alla Vanilla Sky/Apri gli occhi, all’horror, il tutto nella cornice di una Torino really noir.Grandiosa la coppia formata da Filippo Timi (il nostro Russell Crowe?) e da Ksenia Rappoport (attrice russa che parla l’italiano molto meglio di parecchie sue colleghe nostrane). Il regista Giuseppe Capotondi viene dal mondo del videoclip: oltre a robe per Negrita, Ligabue e compagnia brutta (si deve pur iniziare da qualche parte), ha anche girato video international per Kelis, Ms Dynamite e Keane (l’ottimo “Crystal Ball"). La doppia ora è il suo primo lungometraggio. Certo, non un esordio da tutti i giorni per il cinema italiano.
Canzone ricorrente del film: Cure, “In Between Days”(voto 8+)
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