Ma veniamo alla nostra piccola questione: l’orologio di piazza. Si è rotto, credo, a causa del terremoto o, comunque, nel periodo del disastro dell’Aquila. Mentre nel capoluogo abruzzese accadevano fatti che non sarebbero dovuti accadere da noi l’orologio di piazza smetteva di rintoccare. Già all’epoca invocai un intervento che non vi fu. L’orologio cammina, segna l’ora esatta, ma non suona più le ore. L’amichevole rintocco delle sue campane ora suona soltanto i quarti d’ora, per cui sappiamo benissimo che, per esempio, sono le qualcosa e tre quarti ma non sappiamo quel qualcosa che ora sia. Immagino che si possa riparare. Non credo che si debba buttare via tutto il meccanismo, basterà un intervento tecnico. Magari sarà anche dispendioso. Ma di fronte e tanti soldi che si sprecano tra palle rotanti e bollette pagate due volte credo che si possa inserire una spesa del genere. Se non lo si fa credo dipenda soltanto dal fatto che non interessa. O forse a casa del sindaco tanto l’orologio non si sente.
Luca Craia