Le giornate autunnali quando sono brutte come in questo periodo diventano incredibilmente tediose. Mi stordiscono al punto tale che tutto quello che sto facendo perde interesse. La musica che sto ascoltando diventa rumore e il libro che ho fra le mani si rivela una ciofeca tremenda. Vorrei interrompere l’ascolto della musica e interrompere anche la lettura del libro.
Ma non ci riesco.
Sono così depresso che anche il silenzio mi dà fastidio, perciò lascio la musica in sottofondo e vado avanti a leggere memorizzando malamente quello che scorre davanti ai miei occhi.
Forse sto sbagliando stile di vita. In autunno, chissà perché, mi impigrisco. Le mie giornate si ripetono uguali, senza un minimo accenno di vitalità o entusiasmo. Sono sempre in attesa di anime belle che mi propongano qualcosa di diverso da fare ma che – lo so già – rifiuterò, inventando banalissime scuse.
Odio la pioggia in autunno. Si infila nelle ossa e provoca danni irreversibili al mio corpo e alla mia mente.
Amo, invece, la pioggia in estate. La attendo come manna dal cielo. E’ forza liquida purificatrice e dissetante, in grado di cancellare l’afa di certe giornate in cui è stancante persino respirare.
L’estate è la stagione che preferisco. Però ha un grosso difetto, finisce troppo in fretta e non riesco mai a realizzare tutti i progetti che avevo in mente.
L’autunno, per me, è il periodo peggiore dell’anno, è una nefasta via di mezzo, non fa caldo e non fa freddo, così sbagli sempre a vestirti. Solo di una cosa l’autunno può vantarsi – e questo bisogna ammetterlo – sa regalare immagini strepitose della natura che si prepara al suo ciclico riposo:
Però, quanto dura uno spettacolo del genere?
In meno di niente, senza alcuna pietà, la pioggia trasformerà le foglie caduche dalle infinite tonalità in triste e maleodorante concime per la terra o in scivolosa poltiglia nemica giurata di viandanti frettolosi.
Ogni volta che penso all’autunno mi assale la malinconia. E quando questa stagione arriva davvero, il mio umore cambia da così a così. L’indolenza mi assale e vedo grigissimo davanti a me.
sadness
Questa volta, a peggiorare il mio stato, ci si è messo anche il libriccino di Bret Eston Ellis, Meno di zero, Tascabili Einaudi 1986, che ho finito di leggere l’altro ieri. Terribile scoprire come nell’America degli anni 80 dei giovani diciottenni o ventenni, abbandonati al loro destino da ricchi genitori da mille altre faccende affaccendati, passavano le vacanze estive. Sesso facile, cocaina, feste sempre più trasgressive, auto di lusso e rock a tutto volume: questi ragazzi avevano tutto e non desideravano più niente. L’unica attività praticata, oltre allo stordirsi dalla mattina alla sera con droghe e alcool, era quella di trovare un qualunque partner (non importa se maschio o femmina) con cui passare la notte. Per la prima volta nella mia vita ho odiato un libro che, invece di aiutarmi a superare i malumori del momento, li ha accentuati ancora di più.
Maledetto autunno!
Scusate lo sfogo. Mi rendo conto di avere scritto un post da schifo, ma questa settimana va così. Comunque, non cerco comprensione o aiutini per sconfiggere la mia depressione. Lasciatemi crogiolare nel mio brodo…
Mi passerà.
Come sempre.
Nicola
Crediti: tutte le immagini del post odierno, a parte a striscia del Signor Giacomo, le ho trovate su Internet e ringrazio gli autori per averle lasciate a libero uso dei blogger.