uno
La radio in ufficio, specie in un pomeriggio assolato di agosto in cui sei rimasto da solo come un coglione, ha un senso che trascende il reale.
Per esempio quando parte la voce straziante della Martini che dice che gli uomini non cambiano è Dio che ti sta dicendo di chiudere tutto e andartene a casa.
due
Una cosa buffa della vacanza all’Elba è stata il gioco di parole “Lacona (paese) / La Conad (supermercato)” che mi ha visto involontario protagonista una sera a Capoliveri.
Guardavo verso il parcheggio della macchina e dicevo a Barbara “Ma quella è la Conad?” quando un passante, uno di quelli che danno informazioni non richieste, è intervenuto dicendo “No, è Porto Azzurro”.
Qualche istante per realizzare e poi mi sono voltato per dire “Hey, hey, hey, dicevo la Conad, non Lacona, hey.”
Ma lui era già lontano.
E ora all’Elba si dice che c’è un pirla che non si sa orientare.
tre
Una cosa pensosa della vacanza all’Elba è stato il viaggio di ritorno con decine di immigrati di colore sdraiati su ogni divanetto, piedi in alto, odore non piacevole.
Una roba che uno non si aspetta sulla Moby, quasi da chiedere un risarcimento danni per averci rovinato la vacanza con questa cruda e profumata immagine.
Noi notavamo loro, loro invece sembravano non vederci nemmeno.
Come non vedono le migliaia di turisti che incontrano ogni giorno nel loro peregrinare tra l’Elba e Piombino, dove evidentemente vanno la sera a dormire.
Non so cosa vadano a fare sull’isola. Forse a coltivare i campi o a vendere in spiaggia.
Loro con il sacchetto in mano con un po’ di pomodori o un melone.
Noi con le nostre macchine piene di bagagli, a volte dimentichi di quanto siamo fortunati.