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Che rimane dopo i 150 anni dell'Unità d'Italia

Creato il 18 marzo 2011 da Marcodallavalle
Che rimane dopo i 150 anni dell'Unità d'Italia
Vi è mai capitato di sovrappore dei pensieri e di dire una cosa pensandone un'altra? L'altra sera all'incontro di Biblioterapia, ho datato Vigilio nel quinto secolo a.c.!!
Un errore che all'esame di letteratura latina mi sarebbe costato caro. E ho sbagliato avendo davanti il primo canto dell'inferno di Dante che mi diceva "Nacqui sub Iulio, ancor che fosse tardi, e vissi a Roma sotto 'l buono Augusto...". Nessuno avrebbe potuto sbagliare avendo la data scritta sotto gli occhi. Ci ho pensato dal momento che sono uscito dalla lezione fino a ieri, quando appendendo la bandiera d'Italia sul balcone di casa ho ricostruito i miei pensieri di quella sera. Il quinto secolo a.c per me ha un significato particolare. Se qualcuno mi chiedesse qual è il periodo antico che preferisco, gli indicherei sicuaramente quello. E' la magnifica Età di Pericle, lo splendido momento in cui nacque la democrazia diretta, quando questo grande statista amò una etèra straniera di nome Aspasia e aveva come amici Fidia, scultore del Partenone, e Socrate, il grande filosofo. Ma perché quella sera nella mia mente c'era l'età di Pericle? Questi sono i giorni dell'Unità d'Italia e per ognuno di noi ha un significato diverso. Credo che per la maggior parte delle persone la questione storica sia poco sentita. Eppure ho visto molte bandiere appese che a mio avviso sono la manifestazione della speranza di una nazione che assomigli di più all'antica Atene, dove un uomo di Stato ha saputo amare davvero la sua donna e che non aveva motivo di stracciarsi le vesti se molti, come il suo amico Socrate, amavano i ragazzi e ne parlavano nei Simposi. Il popolo ateniese era molto orgoglioso della propria appartenenza, eppure accoglieva gli stranieri e sapeva trarre vantaggi dalle loro capacità. Pericle favorì la cultura nelle sue più diverse manifestazioni. La gente andava a teatro, a qualsiasi classe sociale appartenesse. L'idea del bello prendeva piede, e anche di ciò che era giusto o sbagliato. Non sono certo mancati i delatori di Pericle, e neppure i suoi errori, ma non per questo si sottraeva alle sue responsabilità. Appendendo quella bandiera mi si è svelato quel pensiero che in questi giorni circolava nei miei pensieri e mi faceva tornare sempre al quinto secolo a.c:
non possiamo smettere di sperare in un'Italia migliore!!

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