Scandal (stagioni 1-2) Rete americana: ABC Rete italiana: Fox Life Creata da: Shonda Rhimes Cast: Kerry Washington, Tony Goldwyn, Jeff Perry, Katie Lowes, Guillermo Díaz, Columbus Short, Darby Stanchfield, Bellamy Young, Joshua Malina, Dan Bucatinsky, Gregg Henry, George Newbern, Scott Foley, Kate Burton, Debra Mooney, Henry Ian Cusick, Matt Letscher, Liza Weil Genere: scandaloso Se ti piace guarda anche: 24, Ray Donovan, Revenge, Dirty Sexy Money, Dirt
Scandal è la serie da recuperare a tutti i costi quest’estate, almeno se ancora non l’avete vista. Colpevolmente, nei mesi freddi dell’anno l’avevo ignorata, lasciata da parte, accantonata in un angolino come si fa con gli appestati. Non è una cosa bella, ma va bene così. Perché Scandal rende meglio per una visione estiva. È una serie veloce, leggermente trash e soapposa, disimpegnata ma non troppo, fresca quanto accattivante. Non è uno di quei telefilm a presa immediata. Cresce poco a poco nella prima mini stagione composta da appena 7 episodi, che appaiono giusto come un aperitivo, e poi con la seconda pazzesca season esplode del tutto e si diventa sempre più affezionati ai suoi personaggi, su tutti la idolesca protagonista Olivia Pope, ma attenzione pure agli altri, che con calma si ritagliano i loro spazi, su tutti il braccio destro di Olivia, l'hacker killer Huck (Guillermo Diaz), e lo sfigatissimo David Rosen (Joshua Malina), cui gliene capitano davvero di tutti i tipi.
"Cannibal, non seguivi la mia serie? Ma che davero?"
Olivia Pope è una donna potente, una risolvi casini, una vera “risolutrice”, una che se gli sottoponi un problema ti trova una soluzione in men che non si dica. In pratica, per farvi capire meglio, è una di quelle persone che se ci fai una partita contro a Ruzzle o a Quiz Cross, ti batte di fisso. In realtà, Olivia Pope è a capo di una specie di studio legale. Più che uno studio di avvocati, una task force specializzata nell’aiutare a togliere le persone dai guai. A lei e al suo team si rivolgono così politici, celebrità, uomini potenti che si trovano alle prese con uno scandal, che sono nell’occhio del ciclone, e che lei aiuta a tirare fuori dai guai. A livello di casi, nel suo studio capita qualunque cosa. D’altra parte… non ve l’ho ancora detto? Davvero non ve l’ho ancora detto? Ma questo si che è uno scandal! La creatrice della serie è Shonda Rhimes, la mammina di Grey’s Anatomy. Non è mica un caso. Scandal si posiziona allora in seconda posizione tra i telefilm in cui succede di tutto e di più nello stesso episodio: terza guerra mondiale, processi che si trasformano da una pena di morte e un’assoluzione completa, scandali sessuali che al confronto Bill Clinton e Silvio Berlusconi sono dei santarellini, rapimenti, morti ammazzati, campagne elettorali truccate e quant’altro. Oltre a un sacco di situazioni pazzesche, esagerate e assurde, alcune vicende non sono nemmeno troppo campate per aria e sono riuscite ad anticipare persino la realtà. È capitato con un episodio in cui si scopre che i cittadini americani sono controllati dal Governo, e questo con mesi di anticipo rispetto alle rivelazioni di Edward Snowden e al Datagate che ha gettato Barack Obama nel centro della bufera.Per fortuna, la serie per ora non è (ancora) scaduta nel trash più totale come le ultime stagioni di Grey’s Anatomy. Ricorda semmai per freschezza di scrittura il bel Grey’s dei primi tempi. In attesa che presto o tardi possa fare la stessa brutta fine, anche se spero non capiti, per adesso Scandal è una visione più che goduriosa e per nulla stupidotta. Se poi pensate a una serie legal tradizionale, qui per fortuna again le cose non stanno così. Ogni tanto può capitare qualche puntatina in aula, ma di rado, e la serie riesce a smarcarsi alla grande da quel filone legaloso che io non amo particolarmente.
"Vuoi essere la mia Monica Lewinsky?"
"Come no? E poi dicono che il romanticismo è morto..."
"Grazie Dio per aver finalmente fatto parlare Cannibal della mia serie."
E poi c’è lei, il grande punto di forza della serie. Olivia Pope interpretata da una stellare Kerry Washington, musa tarantiniana in Django Unchained, qui irresistibile con il suo broncio e il suo sguardo triste perenni. Se all’inizio sembra la classica tipa che ha una risposta a qualunque cosa, tutta sicura e piena di sé, via via con le puntate scopriamo di lei un lato umano e profondamente fragile, che la rende una delle figure più sfaccettate all’interno del panorama seriale mondiale odierno, quasi al livello del Don Draper di Mad Men. Giusto per esagerare un filo, in pieno stile Shonda Rhimes. Esagerazioni e cazzate a parte, Scandal un bel recupero estivo se lo merita tutto. Di scandali nel corso degli episodi se ne vedono parecchi, ma quello più grave sarebbe un altro: perdersi questa serie, che ormai per me non è solo una droga telefilmica. È La Droga. (voto stagione uno 7/10 voto stagione due 8/10)