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Che se ne frega di tutto, sì.

Creato il 08 febbraio 2011 da Idiotecabologna

8 febbraio 2011

Ora, io non odio per principio Vasco Rossi. Mi sta sui maroni? Certo. Per me poteva morire dopo Liberi Liberi, visto che dopo l'89 l'unica cosa che gli salvo è "Gli Angeli" (e forse "Sally"), che è del '96? Ovviamente. Si è ridotto a una ridicola caricatura di se stesso? Non si potrebbe dire meglio.

Proprio per questo motivo però, nelle discussioni, una volta stabilite le cose che ho scritto su, non riesco a dargli addosso fino in fondo. Sì, si pigliano per i fondelli le canzoni senza un testo e i vari "EEEEEHH...", però l'odio quello vero, se non sto parlando con una fangirl di Vasco di diciassette anni non riesco a mettercelo.

Tutto questo per dire che sono abbastanza perplesso riguardo al nuovo meme che sta sorgendo in questi giorni, dopo la pubblicazione online del video della nuova canzone di Vasco, dal significativo titolo di "Eh... già". Qual è il punto? Che il signor Rossi nel video si mostra per quel che è, un 60enne panzuto e mezzo calvo che sembra appena uscito da un circolo Arci -un umarèll, insomma. La canzone musicalmente è mediocre, soprattutto il testo rientra perfettamente nei canoni

delle canzoni dei cantautori svaporati, quando arrivano a quel punto in cui devono masturbare il proprio pubblico, eccoci qua, c'è chi dice no, tutti vogliono viaggiare in prima, ma noi siamo il popolo del rock, siamo solo noi, siamo noi, i campioni dell'Italia siamo noi. E rispetto a quell'Italia, che non esiste, l'analisi è quella del bar, quella semplice, che si stava meglio prima.

E Vasco, che lo si voglia o no, è quella cosa lì da anni, ormai. Se capitasse di qui qualche fan, non mi si risponda che "però che ne sai dell'emozione ai concerti, lui è ancora lì, l'anima rock, vitaspericolata". No. Infatti la cosa peggiore non è, come scrive ottimamente il blog Bastonate, il senso del video e della canzone, cioè

In quattro parole, io-sono-ancora-qua. Il Moloch. [...] Il trionfo su un esercito di nemici mai sceso in campo. Mentre un lounge anonimo cucito addosso ad un assolo di sax che fa troppo fine anni ottanta lo accompagna alla fine di un pezzo che potrebbe persino suonare come la bandiera a scacchi di un'intera cultura.

Semmai è il fatto, continua, che dietro ci sia

un popolo che nei suoi testi, nei quali il povero Rossi non riesce più a rappresentare nemmeno se stesso, continua a identificarsi. Hughesiano, fino alla fine.

E insomma tutto questo per dire che l'altro ieri ha aperto i battenti questo Tumblr, che riprende le immagini dell'ultimo video per farci delle cose così:

Ecco, per dire, anche no. Farà anche (?) sorridere, ma un po' di pietà.


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