Una delle domande più frequenti che fanno i tassisti a Roma dopo che gli hai detto dove vuoi essere accompagnato è: “Che strada facciamo?”. Ogni volta penso all’effetto che mi farebbe leggere la stessa domanda all’inizio di un libro.
L’altro giorno ho guardato in Tv un documentario sulla vita di Pavarotti, nel documentario Bono Vox racconta che una volta il signor Fernando Pavarotti, il padre di Luciano, con aria sinceramente rammaricata gli ha confidato: “Se Luciano avesse avuto la mia voce sarebbe stato un grande”.
Le telefonate tra me e mia madre si riducono spesso a questo, lei mi dice: “Che mi racconti?”, e io rispondo: “Le solite cose”, anche se non so in effetti cosa sono queste solite cose, immagino che siano le cose già dette, le cose che non vale la pena di ripetere, oppure il mio è una specie di espediente diplomatico, il bisogno di nascondere il terrore della consuetudine, e quindi, come tale, una forma insospettabilmente premurosa di protezione.