Partendo dal semplice principio che in un modo o nell’altro siamo tutti animali, dunque esseri viventi dotati di intelligenza e sensibilità, mi sono avvicinata sempre di più al mondo vegetariano. Probabilmente sono partita un po avvantaggiata dato che non sono mai stata un’accanita consumatrice di carne: non ne ho mai sopportato l’odore e ho sempre fatto di tutto per coprirne il sapore con svariati condimenti. Dunque mi sono chiesta che senso avesse. Infatti non ne aveva. Il vero problema è che da quando nasciamo nessuno ci fornisce informazioni adeguate sugli alimenti di origine animale di cui ci nutriamo. I sigilli di garanzia o le autocertificazioni poi non sono assolutamente una certezza dato che le truffe nel campo agro-alimentare sono davvero all’ordine del giorno. Perciò non ci resta che andare alla ricerca di informazioni veritiere che ovviamente per questioni economiche non vengono mai diffuse. A questo punto le scelte sono tre: o, come avviene nella maggior parte dei casi, ce ne freghiamo altamente; o facciamo finta di niente usando la scusa della catena alimentare per auto-convincerci che sia giusto così; oppure scegliamo di informarci (rigorosamente da soli) e se è il caso cambiamo regime alimentare in maniera sana ed equilibrata. Quando si cominciano a capire i meccanismi o meglio le realtà di certe cose, la voglia di andare più a fondo nella ricerca aumenta a dismisura. Stamattina per esempio ho scelto ancora di informarmi e sfogliando il sito TV Animalista sono incappata in questo video girato nel 2012 in un macello lombardo. Volete sapere cosa succede ai maiali prima di finire nello stomaco? Le immagini sono molto forti: la verità fa sempre male.
I maiali sono considerati animali avidi e sporchi ma in realtà sono molto giocherelloni, amichevoli e intelligenti (sono capaci di provare emozioni quali felicità, paura, rabbia e tristezza). Quando si rotolano nel fango lo fanno semplicemente per rinfrescarsi o per ripulirsi da insetti e parassiti, come del resto in natura fanno moltissimi animali, come gli elefanti per esempio che però tutti trovano magnifici e irresistibili. I maiali sono animali curiosissimi dotati di uno straordinario udito ed un incredibile olfatto. Comunicano tra di loro con una miriade di suoni e comportamenti. Hanno una vita sociale complessa, di tipo matriarcale.
L’allevamento intensivo o industriale è in assoluto il metodo più diffuso per la produzione di carne di maiale in Italia, se ne allevano 9 milioni, l’Emilia Romagna e la Lombardia sono nel totale le regioni che contano più allevamenti. Queste strutture sono state create per ottimizzare i tempi di produzione il che significa allevare più animali nel minor spazio possibile, le misure di questi spazi sono stati studiati per consentire ai maiali la sola sopravvivenza. Inoltre un’alimentazione inadeguata, forzata e ricca di proteine fa in modo che il loro peso aumenti in tempi brevissimi. Le scrofe vengono ingravidate artificialmente e trasferite in gabbie di gestazione costruite con barre di metallo, larghe 60 centimetri e lunghe 2 metri che le costringono a giacere su di un fianco permettendo loro un unico movimento: alzarsi sulle 4 zampe per bere o mangiare.
La durata della vita di una scrofadipende dalle sue prestazioni, viene uccisa appena ha problemi di parto, se si ammala o quando non partorisce abbastanza maialini. In media viene mandata al macello all’età di 2 anni dopo 3 o 4 gravidanze, se lasciata vivere in pace vivrebbe circa 18 anni. Ai maialini appena nati vengono inflitte alcune mutilazioni tutte funzionali all’allevamento. I maschi sono castrati con un bisturi o con un’apposita macchina, senza alcuna anestesia, questa dolorosa operazione viene fatta per non pregiudicare il sapore della carne qualora l’animale venisse ucciso dopo la pubertà, come accade per la produzione dei prosciutti. A tutti comprese le femmine, sia quelle che verranno mandate all’ingrasso che quelle destinate alla riproduzione, vengono strappati i denti canini per prevenire la possibilità di ferire i capezzoli della madre durante l’allattamento. Non è finita, viene tagliata loro anche la coda, questo per ovviare alle devianze comportamentali dovute all’allevamento intensivo, che li porta a mordersi a vicenda.
Una volta separati dalla madre i cuccioli vengono spostati e stipati in box di cemento, ammucchiati dai 20 ai 40 individui. Vengono alimentati con farine, cibi iper proteici e ormoni affinchè raggiungono il peso stabilito (100-150 kg) in circa 7 mesi, senza contare che alcune sostanze sono praticamente nocive per l'organismo umano.Prima di essere uccisi, vengono caricati in un camion senza cibo ne acqua. Una volta giunti a destinazione gli animali vengono scaricati e posti in stalle di cemento in cui attendono ore ascoltando le urla strazianti che emettono i loro fratelli mentre vengono uccisi. Prima di venire sgozzati con un coltello i maiali vengono storditi con una pinza elettrica o con il gas ma spesso per la fretta capita che gli venga tagliata la gola quando ancora sono lucidi.
E gli allevamenti biologici? Se da un lato le condizioni di vita al loro interno possono essere migliori, la fine che spetta agli animali è uguale a quella dei loro simili allevati in modo industriale. Dunque non trovano giustificazioni. Gli unici maiali che probabilmente possono ritenersi sanie non stressati sono quelli allevati in proprio ma è quasi inutile dire che sono davvero pochi.
Fonti: EssereAnimali, Tv Animalista, AgireOra NetworkFonti immagini: ilcambiamento.it, nocensura.com, web
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